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OMEGNA – 23.07.2018 – Senza tempi certi

sull’ospedale unico di Ornavasso, chiuderà subito uno dei due punti nascita. È un’informazione che suona un po’ come un avvertimento quella che Antonio Saitta ha annunciato oggi a Omegna. All’incontro con i sindaci saltato per la mancanza del numero legale, l’assessore regionale alla Sanità ha fatto sapere che il ministero della Salute “pressa” il Piemonte affinché risolva l’annoso problema dei punti nascita che non rispettano lo standard dei 500 parti annui. Nel 2017 Verbania s’è fermata a 427 e Domo a 128. “Il ministero ha deciso di trattenere in via cautelativa una somma pari a 230 milioni di euro l’anno dalla quota di fondo sanitario assegnata alla Regione Piemonte, fino a quando non si provvederà a sanare la situazione – dice Saitta –. Ho chiesto ormai da mesi una deroga al governo e ho formalizzato che già oggi i due punti nascita operano in modo integrato, sono gestiti in rete e con un solo direttore e che entrambi restano in funzione proprio in attesa della realizzazione del nuovo ospedale del Vco. Proprio nei giorni scorsi ho ricevuto la richiesta di elaborare e comunicare al più presto un cronoprogramma dettagliato dell’apertura della nuova struttura ospedaliera”. Cronoprogramma che, a onor del vero, non è una questione politica. Se da un lato è vero che numerosi sindaci, prevalentemente di centrodestra, sull’onda del clima politico mutato rispetto al 2015 (l’anno del sì all’ospedale unico, individuato poi nel sito di Ornavasso collina) hanno messo in dubbio la scelta di fondo di un solo nosocomio al posto di quelli di Verbania e Domodossola; dall’altro lato i passi amministrativi compiuti non richiedono più alcun parere dei sindaci, se non di quelli coinvolti (Ornavasso per l’edificio ospedale, Mergozzo per lo svincolo autostradale) nel progetto. Lo stato dell’arte è il seguente. La Regione ha stabilito che l’ospedale verrà costruito in project financing dai privati con soldi propri e una quota pubblica in cambio della gestione pluriennale non sanitaria; tre gruppi di imprenditori si sono fatti avanti con altrettante proposte; l’Asl ha firmato una convenzione con Scr demandando alla Società di committenza regionale (peraltro spendendo più di 100.000 euro) la scelta del progetto migliore; uno dei tre ha presentato ricorso al Tar; Scr ha consegnato all’Asl Vco le sue considerazioni. Non esiste quindi alcun ostacolo che impedisca a Scr e Asl di scegliere il progetto di vincitore e di metterlo a gara secondo le procedure di legge. Solo facendolo e smettendo di temporeggiare si potrebbe stilare il benedetto cronoprogramma chiesto dall’assessore. In questo senso i sindaci, anche quelli pronti a dire no, sono spettatori e non giocatori della partita ospedale.

 

 

 

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