VERBANIA – 20.07.2018 – Due anni, quattro mesi
e 3.000 euro di multa, le pene accessorie di legge e la confisca del denaro contestato. È questa la pena chiesta dal pm Sveva De Liguoro per il pediatra ossolano Fabrizio Comaita, il cui processo per truffa aggravata ai danni dell’Asl Vco è prossimo alla sentenza. Esaurito il dibattimento, l’udienza di oggi è stata interamente assorbita dalle considerazioni degli avvocati, tre ore e mezza nelle quali c’è stato, a distanza, il confronto tra le tesi dell’accusa secondo cui, “fornendo una falsa rappresentazione della realtà”, il pediatra si faceva rimborsare –a titolo personale e per conto del team di pediatri di cui era il coordinatore– denaro per prestazioni che in realtà non eseguiva; e quelle della difesa, che sostiene l’assenza di disservizi, la copertura di tutti i turni, la piena conoscenza della situazione da parte delle Asl e l’insussistenza del danno patrimoniale. L’indagine coordinata dalla Procura di Verbania e condotta dalla Guardia di finanza punta l’indice contro le convenzioni dei pediatri di libera professione, i cosiddetti “gettonisti”, sottoscritte nel Vco, ad Alba, Angera e in provincia di Bergamo per coprire la carenza di medici interni e garantire l’apertura dei reparti.
Il pm ha passato in rassegna i 16 capi di imputazione, che si riferiscono al periodo compreso tra gennaio 2015 e maggio 2016. Ha chiesto l’assoluzione per il primo -per il quale non ritiene raggiunta la prova- ma per gli altri quindici, considerati tutti come truffe in continuazione tra di loro, ha avanzato una richiesta di pena di poco inferiore ai due anni e mezzo.
L’avvocato Marco Ferrero, primo difensore di Comaita (l’altro è Marisa Zariani), ha contestato una per una le accuse, chiedendo l’assoluzione perché il fatto non sussiste e, nei casi in cui ci fossero dubbi, come le prestazioni offerte in provincia di Bergamo, ha invitato il giudice a considerarle per quelle che sono: casi sporadici.
L’Asl Vco, costituita parte civile con l’avvocato Marco Daverio, nell’associarsi alla proposta di condanna ha chiesto un risarcimento provvisionale di 5.000 euro. Il giudice Rosa Maria Fornelli ha aggiornato l'udfienza al 28 settembre per repliche e per la sentenza.


