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STRESA – 25.06.2018 – I pezzi più famosi

sono i “pappagalli” di Gigi Proietti, i quadri sovrapporta che animavano il set della villa sul Lago Maggiore nella quale, nel 2010, l’attore girò la fiction “Il signore della truffa”. Stimati tra i 6.000 e gli 8.000 euro l’uno, sono stati trafugati nei mesi scorsi da una villa di Baveno e recuperati dai carabinieri di Stresa durante l’operazione di polizia giudiziaria annunciata oggi.

Si tratta di opere ottocentesche riconducibili a Giuseppe Bertini, pittore e decoratore lombardo che ha realizzato alcune vetrate per il Duomo di Milano –comprese quelle raffiguranti San Carlo Borromeo– e il Museo del Vaticano. Si trovavano a Genova, da un antiquario che vi aveva già apposto il cartellino con il prezzo: base d’asta 5.500 euro. Non sono le uniche di valore rinvenute nel corso dell’indagine tuttora in corso. A Varese si trovava, sempre da un antiquario, un dipinto in pastello e gessetto di autore ignoto raffigurante una donna con un bambino in braccio risalente presumibilmente ai primi del ‘900 e stimato 5-6.000 euro. La “Fanciulla seduta, con tutù azzurro”, tela a olio d’inizio ‘900 che era già stata ceduta (e pure restaurata) a un imprenditore di Sassari e che vale tra i seimila e gli ottomila euro, è invece dell’artista sardo Giuseppe Biasi, noto anche come “Biasi da Teulada”, amico e illustratore anche della scrittrice premio Nobel Grazia Deledda. Di questi beni è stata individuata la provenienza. Vengono tutti (ma altri ne mancano all’appello) dai furti commessi a Baveno.

Nel corso dell’indagine sono stati rinvenuti anche numerosi altri oggetti di ignota provenienza e verosimilmente trafugati: quattro dipinti su ceramica 38x55 di Eugenio Pattarino di inizio ‘900, due coppie di sedie d’epoca, un pesante tavolo di palissandro, fregi in marmo di camini abilmente asportati, vassoi in ceramica, due applique dorate con specchio di inizio ‘900 e due messali antichi. I carabinieri sono al lavoro per scoprire l’identità dei proprietari e invitano chi ha subito furti d’arte a prendere contatto con l’Arma.

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