VERBANIA – 11.04.2018 – Un anno di condanna
coi benefici di legge e la confisca dei 22.000 euro già sequestrati. Aver percepito la pensione sociale italiana dell’anziana madre che in realtà viveva in Brasile è il fatto per cui il tribunale di Verbania ha condannato José Clovis Mella. Sudamericano di origini italiane, Mella s’era trasferito anni fa Nebbiuno, dove aveva anche intrapreso un’attività imprenditoriale nel settore edile. Con lui abitavano la moglie e i due figli. Nel nucleo anagrafico era stata inserita anche la mamma, per conto della quale egli aveva presentato a un Caf di Borgomanero la domanda per ottenere l’assegno sociale. La pensione veniva erogata sul conto corrente cointestato ai due e movimentato quasi esclusivamente dal figlio. Il sospetto che questa presenza fosse fittizia venne nel momento in cui l’Inps accertò che, pur risiedendo nel Vergante, l’anziana non era mai stata sottoposta a prestazioni sanitarie. Nemmeno il medico di famiglia l’aveva vista, né vicini e conoscenti hanno potuto confermare che fosse residente a Nebbiuno.
Entrambi furono denunciati per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. La mamma ha patteggiato una pena di tre mesi, il figlio è stato processato ieri per il medesimo reato e condannato. Per il pm Sveva De Liguoro la legge è chiara nell’affermare che l’assegno sociale può essere concesso solo a chi risiede stabilmente in Italia. Di parere opposto Monica Rossi, avvocato di Mella, che ha puntato sulla complessità della legge, sul fatto che questa vicenda non abbia risvolti penali ma solo civili e che l’errore fu commesso in buona fede da persone vissute quasi sempre in Brasile e all’oscuro delle norme italiane.


