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sede maggia

STRESA – 27.08.2018 – Prima la sicurezza degli alunni

e degli insegnanti. Non c’è solo la necessità di una nuova e moderna sede per gli 850 studenti e i 100 tra docenti, impiegati e assistenti del “Maggia” di Stresa. Il dibattito su dove, quando, a quanto e a spese di chi, la prestigiosa scuola alberghiera stresiana dovrà (ri)nascere è un problema vecchio che va risolto per il futuro. Il presente sono aule sparse su quattro sedi: quella storica di via Albano Mainardi (il fondatore), l’ex Europeum di via Principe di Piemonte, le elementari di via Fogazzaro e il “Rosmini” di via per Binda. Gli studenti, che solo in parte provengono dalla provincia del Vco – “l’alunno più lontano è della Basilicata”, ha spiegato al Consiglio provinciale la preside Manuela Miglio –, raggiungono Stresa in treno, corriera o battello e, a seconda della lezione cui devono partecipare, spesso girovagano a piedi (anche d’inverno, e pure se piove o nevica) tra i vari edifici. Lo stesso corpo docente si deve spostare e, pur potendolo fare in auto, ha problemi di parcheggio in tempi rapidi (al cambio d’ora) perché davanti alla sede non ci sono stalli riservati e la polizia municipale – così lamenta la dirigente scolastica – non lesinano multe. Quello di Miglio, che s’è detta pentito di aver sempre frenato le proteste eclatanti proposte dagli studenti, è stato un vero e proprio sfogo. Nel parlare con schiettezza in un contesto istituzionale, ha detto senza giri di parole che molti locali non sono a norma e non potrebbero accogliere gli studenti. Una frase, questa, che non cadrà nel vuoto perché l’ingegnere della Provincia presente alla riunione ha annunciato verifiche e una relazione. Tempo addietro s’era stimato che per la messa in sicurezza dei vari edifici, anche privati ma il cui onere manutentivo è a carico del Tecnoparco, servissero 500-600.000 euro. “L’invito, nell’immediato, è di avviare tutte le verifiche e programmare questi interventi, reperendo il denaro”, ha commentato il consigliere di minoranza Giandomenico Albertella, sulla cui posizione s’è allineato il Consiglio provinciale. Al di là della sicurezza, il disagio è all’ordine del giorno, influenza l’attività didattica e limita una scuola unanimemente riconosciuta d’eccellenza. Lo rileva anche l’associazione Hospes, ente privato che supporta il “Maggia” dalla sua fondazione e il cui presidente Riccardo Fava Camillo non lesina critiche alla città di Stresa e alla Provincia. “Nel 1982 donammo un primo immobile per ampliare la scuola, nel 2006 un secondo, con una decisione che ci fece perdere 120 soci in quell’assemblea. Negli ultimi dodici anni abbiamo speso per la manutenzione di aule e laboratori che spettavano alla Provincia 130.000 euro nostri – ha affermato –. Eppure non c’è stato nessun risultato e la scuola è sempre peggio. Ora che a fianco è aperto un cantiere ci sono vibrazioni e rumore: gli esami li abbiamo dovuti tenere con 40° in aula perché il caldo era più sopportabile del rumore”. Fava Camillo è stato chiaro sul possibile trasloco a Baveno. “In verità lo spostamento era già stato deciso nell’incontro del 10 agosto: è scritto nel verbale – ha rimarcato –. Eppure ci è stata prospettata oggi una nuova, magnifica soluzione. Hospes è l’unica realtà che ha sempre dato, e tanto, negli anni. E ora si vuole fermare tutto per che cosa? Per un campo da calcio?”.

 

 

 

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