VERBANIA – 27.08.2018 – L’ipotesi di un nuovo
(il terzo) sito e un rinvio di due settimane per valutarla. È una fumata nera quella uscita oggi dal Consiglio provinciale, che in seduta aperta ha discusso del futuro dell’istituto “Erminio Maggia” di Stresa. Su richiesta dei consiglieri di minoranza è stata portata in sede istituzionale la querelle scoppiata tra fine luglio e inizio agosto tra l’ente provinciale e il comune di Stresa sui costi e gli interventi previsti nel progetto per la costruzione della nuova sede dell’Alberghiero.
La vicenda, lunga e complicata, si trascina dal 2006, quando la Provincia (Amministrazione Ravaioli) decide di costruire la nuova scuola –quella vecchia è piccola e inadeguata, tanto che gli 850 studenti si dividono tra quattro plessi– in via per Binda, sopra il centro città. Problemi di costi, impatto paesaggistico, opere connesse e logistica fanno cambiare idea alla Provincia (Amministrazione Nobili) nel 2010, quando si raggiunge un nuovo accordo: l’istituto sorgerà al posto dello stadio Forlano che sarà costruito ex novo in zona Motta Vinea, vicino all’uscita di Carpugnino dell’A26. Nell’operazione, così come nella prima “versione”, è coinvolta l’associazione Hospes, che dona un immobile di sua proprietà valutato 3,9 milioni. L’appalto integrato per progettazione esecutiva e lavori viene vinto da una società di Novara, la Edilpresta, che prima di venire dichiarata fallita cede un ramo d’azienda a un’altra impresa, la Genco. Il contratto viene rescisso nel 2017 per via di false fideiussioni presentate da Genco, oggetto di un esposto in Procura che ha originato un’indagine penale in corso alla Procura di Milano. La recente revisione del progetto fa salire i costi e i soldi non bastano più, tanto che la Provincia chiede al comune di Stresa di farsi carico dello stadio. Il sindaco Giuseppe Bottini dice di no e si arriva allo scontro. In due riunioni, tra il 26 luglio e il 10 agosto, matura la proposta di spostare il progetto in frazione Oltrefiume di Baveno.
Il Consiglio odierno aveva lo scopo di far sedere allo stesso tavolo nuovamente le parti coinvolte e di trovare una soluzione. Che, al momento non c’è. Bottini ha ribadito di ritenere prioritaria la scuola, ma non ha intenzione di rinunciare allo stadio, che da accordi è compito della Provincia costruire. Il presidente Stefano Costa, dal canto suo, dice di non avere i soldi per l’impianto sportivo e valuta il “piano B”, cioè lo spostamento a Baveno. L’Hospes, il cui presidente Riccardo Fava Camillo ha espresso il disappunto per i decenni d’impegni non mantenuti dagli enti locali – “l’Hospes è l’unico soggetto che ha dato, e messo soldi veri” –, ha annunciato che non firmerà più alcun accordo a meno che non sia capofila del progetto.
A sparigliare le carte e a dare un paio di settimane di respiro a tutti ci ha pensato il primo cittadino. “Ho la disponibilità dei Rosminiani a cedere la parte bassa del Collegio, un ampio terreno su cui costruire la scuola – ha annunciato Bottini –. In cambio chiedono che ci si prenda in carico anche l’ala delle aule attualmente utilizzate dal ‘Maggia’. Come Comune siamo pronti a fare la nostra parte, senza chiedere soldi alla Provincia: metteremo a disposizione l’area”. Vista da Stresa la soluzione è ottimale, in termini di soldi e di tempo, perché non comporterebbe la demolizione del “Forlano” e la costruzione di un nuovo campo. I tecnici della Provincia però sono scettici, perché il sito fu scartato già a suo tempo per questioni idrogeologiche. Costa ha tuttavia colto la palla al balzo e aggiornato la discussione al 10 settembre, quando il Consiglio tornerà a riunirsi e i tecnici avranno valutato, in linea di massima, se la soluzione è percorribile. Tre sono le strade aperte: a) il “Rosmini” è una proposta percorribile e il “Maggia” traslocherà per la seconda volta, b) Stresa si piegherà alla Provincia e si pagherà lo stadio nuovo, c) Stresa terrà duro e il progetto ripartirà a Baveno. Sullo sfondo, nel caso dell’opzione c) si agitano, già ipotizzate, cause di risarcimento.


