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STRESA - 26-05-2021 -- Quando la fune s’è spezzata, erano già condannati. Le quindici persone a bordo della cabina della funivia Stresa-Mottarone che, pochi minuti dopo le 12, stavano per concludere la loro gita domenicale in vetta alla “montagna dei milanesi”, non sapevano che sopra la loro testa era stato messo un dispositivo meccanico che, in caso di guasto, avrebbe bloccato i freni d’emergenza. Quel dispositivo è il cosiddetto “forchettone”, una piastra di acciaio di colore rosso che pesa cinque chili e che, collocata tra la sommità della cabina all’altezza delle rulliere, impedisce alle ganasce dei freni di emergenza di chiudersi.

Si utilizza mentre si effettuano le manutenzioni, quando la funivia è ferma. Se l’impianto è in servizio deve tassativamente essere rimossa perché, in caso si rompesse il cavo traente, nulla frenerebbe la corsa della cabina.

Ed è ciò che è accaduto domenica, come documentato dalle immagini video riprese dalla telecamera collocata alla stazione d’arrivo, sequestrate dalla Procura. Tra il momento in cui cede la fune e l’istante in cui la cabina finisce nel vuoto, trascorrono 14 secondi nei quali si vede il box con i passeggeri -quattordici morti, uno ferito- che scivola all’indietro lungo la fune portante, accelerando senza controllo (le ganasce del freno d’emergenza sono bloccate dal “forchettone”) sino a 100 chilometri orari. Poi, quando raggiunge il pilone, viene catapultato nel vuoto e precipita nello scosceso pendio del bosco sottostante.

Nella notte l’indagine ha preso una svolta e ci sono stati tre arresti. L’ipotesi dell’accusa è che l’impianto in quel punto dava problemi e, per evitare di fermarlo per manutenzione, i responsabili hanno posizionato il “forchettone”. Nessuno di loro immaginava che si sarebbe spezzata la fune traente, la cui rottura è l’altro punto interrogativo di questa tragica vicenda.

 


 

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