VERBANIA – 31.01.2020 – Le associazioni di categoria
dei consumatori sono parti civili nel processo agli ex Veneto Banca. Così ha deciso il gup Beatrice Alesci che, nel tardo pomeriggio di ieri, ha sciolto le riserve sui 37 atti di citazione presentati alla prima udienza. Nel foyer del teatro “Maggiore” (il Tribunale di Verbania non è abbastanza capiente) le difese dei 41 imputati hanno battagliato per escludere Movimento consumatori, Movimento difesa del cittadino nazionale e Movimento difesa del cittadino del Vco tra coloro che reclamano un risarcimento. Hanno sostenuto non fossero portatori di un interesse collettivo, ma il giudice non ha accolto le loro eccezione. Li ha ammessi tutti e tre, ammettendo anche coloro che, nel 2017 (prima che l’istituto di credito fosse messo in liquidazione coatta amministrativa), avevano accettato l’accordo transattivo che prevedeva la rinuncia a ogni azione legale in cambio del 15% del valore delle azioni svalutate. Sono rimasti fuori dal processo solo gli eredi di azionisti deceduti e gli azionisti non individuati dalla Procura come parti offese. Il pm Sveva De Liguoro ha istruito il processo con l’accusa di truffa aggravata in concorso chiamando in causa bancari e venditori di filiale (esecutori della truffa) insieme ai manager e ai vertici di Veneto Banca (gli ideatori) individuando nel capo di imputazione 139 operazioni specifiche a danno di 44 clienti. Chi non rientra in questo novero -c’è stato anche chi è venuto dal Veneto a reclamare giustizia- non ha diritto a costituirsi contro gli imputati per fatti che non riguardano le loro posizioni.
Chiuso il capitolo delle parti civili, il processo ripartirà il 19 febbraio con le eccezioni preliminari e con la prevedibile richiesta delle difese di trasferire, per competenza territoriale (come accaduto nel procedimento per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza apertosi a Roma) tutto a Treviso, tribunale competente per Montebelluna, sede dell’ex Veneto Banca.
