
VIGNONE – 29.07.2018 – Un ampliamento
per avere due camere in più: un soggiorno al piano terra e una camera da letto in quello rialzato. Era questa l’idea originale della famiglia di Vignone che tra il 2010 e il 2011 diede via ai lavori di allargamento della propria abitazione, una villetta non lontana dal centro paese ma che, nel 2018, è stata costretta ad abbattere quanto edificato in più. A disporlo è stata la magistratura, che nei due gradi di giudizio della causa civile intentata dai vicini di casa, ha riconosciuto che la parte ampliata, non rispetta la distanza minima di 5 metri dal confine altrui. Le norme edilizie, in questo senso, sono molto severe. Le distanze non sono, né sanabili, né derogabili, come ha stabilito il tribunale di Verbania con una prima sentenza del 2014 e la Corte d’Appello di Torino nel 2017. Senza il ricorso in Cassazione, la sentenza è diventata definitiva. I proprietari hanno così deciso, anziché attendere che agisse la controparte, che nella vertenza civile è stata rappresentata dagli avvocati Ferdinando Brocca e Paolo Patacconi, di dare incarico a una ditta di fiducia per demolire, dopo otto anni, l’ampliamento a suo tempo realizzato.


