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tribunale 15

VERBANIA – 27.07.2018 – Seicento euro di multa

e un risarcimento di mille alla parte civile. Il giudice di pace Filippo Bertozzi ha riconosciuto colpevole dell’accusa di lesioni volontarie il giovane ossolano Kevin Marta, accusato di aver colpito con un pugno alla fronte la mamma dell’ex fidanzata. Il processo è legato alla più ampia controversia che l’ha visto coinvolto nel 2015 quando, terminata la relazione sentimentale con una ragazza della bassa Ossola allora sedicenne, questa fu bersaglio di scritte ingiuriose sui cartelli stradali, di messaggi telefonici molesti da parte di sconosciuti e, persino, da profferte sessuali provenienti da tutta Italia. Dopo la denuncia ai carabinieri, la giovane e la famiglia appresero che dietro questi fatti c’era l’ex fidanzato, che aveva anche creato un finto profilo hot su un sito di incontri, Fuckbook. Per questo fatto Marta è stato processato e condannato in primo grado (pende il giudizio d’appello) dal tribunale di Verbania a 6 mesi per il reato di sostituzione di persona.

Il procedimento davanti al giudice di pace per lesioni nasce proprio in questo periodo. La sera del 13 marzo 2015 Marta fu chiamato nella casa della ex per parlare delle denunce che avrebbe sporto da lì a poco. Arrivò trafelato, posteggiò male l’auto, salì nell’appartamento e si trovò di fronte la ragazza, la mamma e alcuni amici. Venne incalzato sui suoi comportamenti, lui si arrabbiò, ci furono insulti e spintoni. La giovane gli diede uno schiaffo e lui la spinse via, iniziando a sbracciare e a menare fendenti. Un colpo, probabilmente un pugno, colpì la donna nella parte alta della fronte. Iniziò a sanguinare e mentre venivano chiamati i carabinieri, la figlia lasciò l’appartamento, chiudendo dentro a chiave l’ex fidanzato. Riaprì solo in presenza dei militari, che mentre la mamma veniva portata al Dea per farsi suturare (i medici stabilirono una prognosi di dieci giorni) raccolsero le testimonianze.

Dalla denuncia s’è passati al processo. L’accusa, sostenuta dal pm Anna Maria Rossi, ha chiesto una condanna di 1.500 euro di multa negando le attenuanti generiche. La difesa, con l’avvocato Arianna Leonardi, non ha negato che la mamma sia stata colpita, ma ha spiegato che non ci fu volontarietà, che l’imputato era stato preso di sorpresa, voleva andarsene ma gli fu impedito e, per questo, reagì sbracciando. Questa tesi non è stata riconosciuta dal giudice di pace che l’ha condannato.

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