VERBANIA – 23.07.2018 – Dalla cucina al tribunale.
È stata una lite banale, scoppiata sull’uso dell’affettatrice e su chi avesse la responsabilità di pulirla a taglio ultimato, a far finire a processo il cuoco e l’aiutante di cucina che insieme lavoravano nella cucina di un istituto religioso di suore del Verbano. Il fatto, che risale al 2012, avvenne appena dopo l’ora di pranzo, quando il cuoco decise che, per portarsi avanti nelle preparazioni di un catering che avrebbero servito l’indomani, prese ad affettare salumi utilizzando l’affettatrice che la sua collega era incaricata di pulire e che non gradiva utilizzasse. Ne nacque un diverbio con parole pesanti che degenerò in uno scontro fisico terminato con l’uso di un coltello corto per pulire le verdure da parte di lei, che ferì lievemente il cuoco a un braccio; e con le mani alla gola portate da lui all’aiuto. In seguito a quell’episodio il cuoco fu licenziato in tronco dalla suora direttrice ed entrambi, per via delle reciproche querele, sono finiti di fronte al giudice di pace, in due procedimenti separati, entrambi per lesioni. Nel primo la donna è stata assolta. Nel secondo, celebrato nei giorni scorsi davanti al giudice di pace Carlo Crapanzano, a parti invertite lui è finito condannato a 200 euro di multa e ad altrettanti di risarcimento. Il pm Maria Traina aveva chiesto l’assoluzione per l’esimente della legittima difesa.


