
VERBANIA – 21.07.2018 – Il braccio di ferro
sull’ospedale unico continua. Alla vigilia della riunione-bis della Rappresentanza dei sindaci che “recupera” quella annullata a inizio mese, prosegue la protesta dei sindaci di Domodossola, Omegna, Cannobio e Borgomezzavalle. Lucio Pizzi, Paolo Marchioni, Giandomenico Albertella e Alberto Preioni, saliti sull’Aventino per non aver ricevuto dalla direzione generale dell’Asl le informazioni su nuovo ospedale, medicina territoriale, gestione delle emergenze e bilancio regionale – richieste condivise da una quarantina di altri omologhi della provincia – non hanno alcuna intenzione di scendere.
Lunedì alle 18 nella direzione Asl di Omegna è convocata la riunione cui parteciperanno anche il vicepresidente della Regione Aldo Reschigna, il collega assessore alla Sanità Antonio Saitta e i vertici di Scr, la società che sta gestendo la partita di Ornavasso come stazione appaltante per conto dell’Asl. Non ci saranno Pizzi e Preioni, due dei cinque membri della Rappresentanza, che si rifiutano, al pari di Marchioni e Albertella, di sedersi finché non avranno le risposte che chiedono. Risposte che il 6 luglio, all’indomani della riunione rinviata per ragioni di forza maggiore (il lutto che ha colpito l’assessore Saitta), sono arrivate sotto forma di una stringata lettera del direttore generale dell’Asl Vco Angelo Penna. “Non fornisce le relazioni e le informazioni, che noi riteniamo necessarie acquisire prima dell’assunzione di ulteriori atti amministrativi da parte di Regione e Asl”, sostengono reiterando la loro protesta.
“I contenuti della lettera non appaiono certo rispettosi nei confronti di chi riveste ruoli istituzionali e delle comunità rappresentate e non creano le auspicate condizioni per sedersi attorno ad un tavolo e confrontarsi, ciascuno con la propria legittima e magari diversa posizione, su un tema così importante per il futuro del nostro territorio e delle sue comunità”, affermano certificando così che lasceranno ancora i loro scranni vuoti.
Al di là della questione di merito, è anche una questione di tattica politica. I firmatari non sono casualmente i principali esponenti del centrodestra che si prepara alle elezioni del 2019, una coalizione –se effettivamente si ripresenterà ai prossimi appuntamenti come fece alle Politiche di marzo– che una propria posizione sull’ospedale unico non l’ha e che ondeggia dal “non toccate il San Biagio” di Pizzi al “sì all’ospedale unico di Ornavasso” espressa da Marchioni, passando per la mezza marcia indietro di Albertella, che nel 2015 sosteneva la necessità di un solo ospedale integrato con la medicina territoriale ma che ora, aspirando a fare il sindaco di Verbania, è molto più prudente.
Prendere tempo e attendere gli eventi è la linea che accomuna tutti, perché rinvia il problema e lo lascia nelle mani del centrosinistra, che governa a Torino dal 2014, che nel 2015 annunciò l’impossibilità di mantenere i due ospedali (fino a due anni prima affermava il contrario), che poi ripiegò sull’ospedale unico di Ornavasso. Il tempo è il principale avversario del nosocomio di Ornavasso collina. Se si fosse già superato il punto di non ritorno con l’assegnazione del project financing, il dibattito di questi giorni, a iniziare dalla riunione di lunedì, sarebbe del tutto inutile. Ma finché ogni scenario è aperto la tensione è destinata a salire, e lo sarà sempre più nell’imminenza della campagna elettorale.


