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chiampa sergio

BAVENO – 15.07.2018 – Largo ai giovani:

io non mi ricandido. Suona più o meno così il messaggio (un annuncio? Una proposta? Una provocazione?) che Sergio Chiamparino ha mandato al suo partito –il Pd– alla coalizione di centrosinistra e al Piemonte. Il governatore in carica venerdì ha scelto Baveno e il convegno dem con ospite l’ex ministro e capogruppo alla Camera Graziano Delrio per dire ad alta voce ciò che da tempo si sussurra a Torino: che l’ex sindaco non sia convinto di correre ancora, tra un anno, per il secondo “giro” a piazza Castello.

Il suo ragionamento politico, al di là delle considerazioni personali sulla candidatura, è basato su un dato di fatto – la crisi del Pd e del modello che l’ha sin qui animato – e su una necessità: cambiare per innovare e guardare al futuro. Innovare per Chiamparino significa rinnovare, verbo che nella politica piemontese coniuga partendo da se stesso, dalla sua uscita di scena. Quella di Baveno è stata una prima sortita, un invito pubblico a trovare qualcuno, nuovo e possibilmente più giovane, che lo sostituisca. Se no, come extrema ratio, ci sarebbe ancora lui, sempre che sia disponibile.

Quella che al momento è solo un’opzione viene messa in campo, non a caso, in un momento cruciale per il Pd piemontese, che non ha un segretario (il neodeputato Davide Gariglio s’è dimesso all’indomani delle elezioni del 4 marzo), dovrebbe andare a congresso in autunno e, a inizio 2019, dovrà scegliere i candidati per la tornata elettorale di giugno che offre, concomitanti, oltre alle Regionali, le Amministrative (con numerosi grandi comuni e capoluoghi di provincia) e pure le Europee.

Per il post-Garirglio si fa anche il nome del deputato ossolano Enrico Borghi, diventato ormai renziano di ferro e che, in quota alla corrente dell’ex premier e segretario nazionale, è in ascesa nelle gerarchie dem.

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