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GHIFFA – 15.07.2018 – Cavaliere all’ordine

del merito della Repubblica italiana. Il diploma dell’onorificenza con la firma del presidente Mattarella, Raffaele Santini l’ha esposto nella sala del “Concordia”, il ristorante –il suo terzo– che l’anno scorso ha rilevato a Intra con un socio. Lo mostra con l’orgoglio di chi ha raggiunto un traguardo, ma anche come pro-memoria per continuare ad andare avanti. Quarantotto anni, salernitano di Polla, da quasi venti vive a Ghiffa. A fine anni ’90 arrivò sul Verbano, dove vivevano gli zii, con in tasca un diploma di scuola alberghiera, l’esperienza di alcune stagioni, tanta voglia di lavorare e la giusta ambizione. Aveva in mano un mestiere, quello di cuoco, sul quale ha costruito i successi per i quali ha ricevuto il cavalierato.

Gli inizi sono stati sotto padrone, alla Tavernetta di Intra e alla “Villa Gioiosa” di Ghiffa. Poi, nel 2000, si presenta un’opportunità. “Ci fu offerto di rilevare il Magnolia di Cannero e, insieme ad Armando Ducale, accettai. Ci mettemmo in società, investimmo e ci mettemmo in gioco”. Il salto da dipendente a imprenditore comporta rischi e responsabilità, ma dà i suoi risultati perché gli affari vanno bene, tanto che cinque anni fa parte un’altra avventura d’oltreconfine: il “Giardino d’Arbigo” a Losone. “Un ristorante italiano in Canton Ticino – dice –. L’abbiamo rifatto tutto e siamo entrati in un mercato molto interessante, ma difficile e impegnativo”. Un anno fa, poi, l’ulteriore passo avanti con il “Concordia”, storica trattoria di Intra. “Il ristorante va bene, siamo soddisfatti. A breve partiremo con la pizza, ma quella d’alta qualità, con farine speciali e ispirata a piatti di cucina”. La novità dello stile pizza-gourmet che sta prendendo piede in Italia è solo una tappa. “Ho il mestiere nel sangue, la ristorazione è la mia vita – conclude –. Bisogna sempre guardare avanti e non accontentarsi mai”. Per chi, orgoglioso figlio del Sud che s’è fatto strada con i suoi soli mezzi, tanta volontà e l’aiuto di una moglie –Maria Antonietta– veramente speciale, è una sorta di motto, non meno importante di quel diploma di cavaliere esposto al ristorante.

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