1

tribunale esterno 16 1

VERBANIA – 14.07.2018 – Tre incendi dolosi,

tre ritorsioni contro persone con cui aveva un contenzioso o nutriva risentimento. È Salvatore Matarrese, 62enne d’origine pugliese residente a Baveno –oggi pare trasferito in Sudamerica– l’uomo che la Procura di Verbania ritiene il mandante di tre roghi avvenuti nel Cusio tra i mesi di giugno e luglio 2013. Gli autori materiali, identificati e già processati (uno ha patteggiato, l’altro è stato condannato con rito abbreviato) sono i giovani cusiani Daniele Giusto e Omar Piccoli. Che, nell’ipotesi accusatoria delineata ieri con la prima udienza del processo, agirono per conto di Matarrese. La prima volta fu alle 2,30 circa del 19 giugno, nella piazza centrale di Gravellona Toce, dove fu dato alle fiamme l’ingresso del negozio “La bottega del formaggio”. Cinque giorni dopo, più o meno allo stesso orario, bruciò il Café Monet di Casale Corte Cerro. Il 23 luglio nel parcheggio del Penny Market di Omegna venne divorato dal fuoco il furgone del rivenditore locale del marchio “Caffé Mex”.

I sospetti fin dall’inizio caddero su Matarrese. Antonio Sirianni, allora assessore comunale a Gravellona Toce e titolare del negozio di alimentari gestito dalla figlia, riferì alle forze dell’ordine di avere in atto un contenzioso legale con lui per il bar Meeting di Casale Corte Cerro, che gli aveva ceduto in cambio di denaro e cambiali che non riusciva a riscuotere. Questioni lavorative erano in corso anche con la rivendita di caffè mentre il Monet era un locale concorrente del “Meeting”, distante solo poche centinaia di metri. Le indagini della polizia partirono da un testimone che vide Matarrese e due giovani nel giorno dell’incendio di Gravellona – poche ore prima del fatto – effettuare con fare sospetto una sorta di sopralluogo. Le immagini delle telecamere di sorveglianza vicine alle altre scene del delitto e l’analisi dei tabulati telefonici portarono a identificare i presunti piromani in Giusto e Piccoli. Uno dei due, peraltro, l’indomani dell’incendio del furgone si fece medicare al Dea del “Castelli” di Pallanza per ustioni di primo e secondo grado a braccia e gambe che disse essersi procurato rovesciandosi addosso olio bollente, circostanza sospetta.

Stralciate le loro posizioni è rimasta pendente quella dell’imprenditore, ora a processo. Nella prima udienza, ieri, sono stati ascoltati i vigili del fuoco e i poliziotti che svolsero le indagini. Matarrese è difeso d’ufficio dall’avvocato Patrick Rabaini.

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Se prosegui nella navigazione di questo sito acconsenti l'utilizzo dei cookie.