VERBANIA - 15.07.2018 - Il documento più antico
conservato all'Archivio di Stato di Verbania è una pergamena del 1224 che tratta di una lite tra le parrocchie di San Vittore e Unchio per il possedimento di alcuni pascoli. La trovò in soffitta, nel 1998, una signora di Mergozzo che, per preservarla, pensò bene di donarla all'Archivio. Andrebbe restaurata e forse servirebbero anche 5.000 euro per "metterla in sicurezza". Soldi che, neanche a dirlo, non ci sono. E' un enorme patrimonio di documenti, immagini, disegni in arrivo sin dal XV secolo quello che è conservato nel palazzo di via Cadorna. Alcuni, come le centine cinquecentesche che furono della biblioteca di Antonio Rossi, sono state restaurate e oggi si mostrano in condizioni discrete. "Talvolta i documenti antichi sono messi meglio di quelli moderni - spiega il direttore Mauro Livraga - le veline di epoca fascista, ad esempio, sono fragilissime e rischiano di perdersi". E poi ci sono documenti danneggiati semplicemente dal tempo e quelli che nel 2012, in seguito al tornado che portò via una porzione di tetto del palazzo, finirono compromessi. A recuperarli furono i volontari, in un lavoro minuzioso e appassionato.
DONI E DONATORI
Già, perchè in città non sono mai mancate le persone che per l'Archivio si sono spese, come il lungo elenco di donatori dimostra. Il già citato Antonio Rossi su tutti, che donò alla città la ricchissima biblioteca di Palazzo Cioja, con opere anche del 1400. E, in tempi più recenti, il compianto Gianni Pizzigoni, che aveva ricostruito tanta parte delle documentazioni sul Museo del Paesaggio o ancora, quella dipendente comunale che ha donato una raccolta di spartiti, locandine e testi dedicati alla musica che fu del nonno. L'ultima donazione, in ordine di tempo l'ha effettuata la contessa Silvia Bonacossa Sella, già proprietaria di Villa San Remigio, che nelle settimane scorse ha conferito all'Archivio di Stato una suggestiva raccolta di oltre 500 scatti d'epoca sul parco di Villa San Remigio. Sono fotografie che ricostruiscono, sin dalla sua nascita, l'intera vita del "giardino romantico". Una mostra le proporrà al pubblico durante la prossima edizione di "Editoria e Giardini". Sempre dalla contessa Bonacossa Sella arriva invece uno dei pezzi più curiosi dell'Archivio di Stato, un sigillo diplomatico con tanto di passaporto risalente al 1823. Re Giorgio IV d'Inghilterra conferiva a Peter Brown l'incarico presso la corte di Danimarca. Brown avrebbe poi trascorso a Pallanza i suoi ultimi anni. Davvero impossibile segnalare le curiosità, le emergenze storiche, i temi d'interesse celati nella "montagna di carte" custodite all'Archivio di Stato verbanese: "Chissà quanto abbiamo ancora da scoprire", chiosa il funzionario Ignazio Galella.
IL PALAZZO DELL'ARCHIVIO
Anche l'edifico di via Cadorna che ospita l'Archivio ha una lunga e interessante storia. L'edifico fu costruito dal 1786 per essere palazzo del Collegio su progetto di Gian Battista Fontana. Ospitò quindi le scuole destinate alla frequenza dei giovani provenienti da tutta la Provincia dell’Alto Novarese, di cui Pallanza era capoluogo. Dopo la restaurazione, le scuole ebbero un notevole impulso e venne istituito il Regio Ginnasio. Alla metà dell’Ottocento furono individuati altri edifici dove collocare le scuole dei vari ordini e il Palazzo del Collegio fu ristrutturato, elevandolo di un piano, per far posto agli uffici giudiziari. Vi si celebrarono così i processi della Pretura, del Tribunale e, dal 1882 al 1885, anche quelli della Corte d’Assise. Nel 1970, dopo il trasferimento degli uffici giudiziari nella nuova sede, l’antico Palazzo del Collegio mutò ancora destinazione. Furono effettuati lavori di ristrutturazione per predisporre locali a raccogliere e conservare la documentazione dell'Alto Novarese. La sede divenne operativa nel 1976. L’archivio di Stato di Verbania fu istituito con Decreto Ministeriale il 27 marzo 1972 come Sezione dell’Archivio di Stato di Novara. In seguito all’istituzione della nuova Provincia del Verbano-Cusio.Ossola, il 1° maggio 1998 l’Istituto divenne autonomo amministrativamente trasformandosi in Archivio di Stato di Verbania.


