
VERBANIA – 13.07.2018 – La vignetta non è diffamatoria.
Il fotomontaggio in cui il sindaco di Verbania Silvia Marchionini è inseguita da una muta di cani e il relativo commento - “il sindaco ama i cani e i cani amano il sindaco” - postato su Facebook nel 2015 dallo studente d’arte verbanese Lorenzo Cavazzon non è un reato. L’ha deciso oggi il giudice Rosa Maria Fornelli nel processo per diffamazione aggravata che lo vedeva imputato e che aveva come parte civile il primo cittadino.
Esaurito il dibattimento e ascoltate le richieste delle parti, cioè una condanna a tre mesi per l’accusa, l’assoluzione per la difesa, in assenza di repliche oggi il magistrato ha letto il dispositivo della sentenza che assolve l’imputato. Alla lettura, giunta al termine di una discussione con rito abbreviato, in camera di consiglio, senza testimoni e senza ulteriori prove se non quelle raccolte in fase di indagine, erano presenti l’avvocato Loredana Brizio per Cavazzon e Marchionini, che tramite l’avvocato Maria Grazia Medali aveva chiesto un risarcimento di 3.000 euro.
Collegato a questo procedimento, ma avviato verso la messa alla prova, c’è quello in cui, per commenti analoghi alla stessa vignetta, è stata rinviata a giudizio la cannobiese Franca Pedroni, che aveva definito Marchionini “donna immonda circondata da persone immonde”. Anch’ella assistita dall’avvocato Brizio, ha presentato l’istanza di ammissione alla map con ore di lavori socialmente utili al comune di Cannobio e un risarcimento sotto forma di donazione. Il giudice non ha accolto il programma di trattamento, al termine del quale il reato viene estinto, e ha aggiornato l'udienza per la sua ridefinizione.


