1

ref

VERBANIA – 13.07.2018 – Una strizzata d’occhio

alla Lombardia per bussare alla porta del Piemonte. È nel segno della politica dei due forni di andreottiana memoria che si avvia la fase pre-referendaria dell’operazione “Vco in Lombardia”. Ieri la Corte di Cassazione ha dato formalmente il via libera al quesito che il comitato “Diamoci un taglio” aveva depositato –con oltre 5.000 firme – allo scopo di mandare i cittadini del Vco alle urne per dire “sì” o “no” al trasloco dal Piemonte alla Lombardia.

La notizia in sé, pressoché scontata, non porta nulla di nuovo al dibattito, se non che avvicina nel tempo la chiamata alle urne. E in questo senso vanno lette le dichiarazioni delle parti coinvolte. Quelle del governatore piemontese Sergio Chiamparino e del suo vice Aldo Reschigna, oltre alle frasi di circostanza –sull’espressione della sovranità popolare come “il momento più alto dell’esercizio della democrazia”–, difendono il proprio operato “mai nessuna amministrazione prima di noi ha portato avanti progetti strategici come l’ospedale di Ornavasso e interventi su viabilità e infrastrutture” e ribadiscono il parere negativo “restiamo convinti che il passaggio alla Lombardia sarebbe una scelta sbagliata, che non darebbe una prospettiva nuova, di sviluppo, all’intera provincia”. Ma, anche, preludono all’apertura di una sorta di confronto. “Siamo disponibili a incontrare i rappresentanti istituzionali del Vco per discutere ancora del nostro contributo per lo sviluppo di quel territorio”, affermano.  

Confronto, ma forse è meglio definirla trattativa, che auspica anche Enrico Montani, senatore della Lega Nord che tira le fila della partita referendaria (gli altri partiti del centrodestra ondeggiano tra una contrarietà latente e una prudenziale immobilità), proposta dai due neo-esponenti del Carroccio Valter Zanetta e luigi Spadone. E che utilizza le stesse schermaglie verbali (“il lavoro non si ferma certo qui”, “abbiamo atteso con serenità il giudizio del supremo organo legislativo”) per sottolineare che “dopo aver parlato il 30 giugno con i vertici della Regione Lombardia” ha intenzione “di chiedere al governatore del Piemonte Sergio Chiamparino un incontro per capire quali siano, per il futuro, le intenzioni della Regione nei confronti del Vco”. “Soltanto dopo questo passo – dichiara – avremo in mano tutte le carte per operare la scelta migliore”.

Quella che s’è aperta è una sorta di partita a poker – sul piatto ci sono anche le elezioni regionali del 2019 – in cui la Lega cerca di giocare le sue carte andando a vedere che cosa hanno in mano gli altri giocatori o che cosa sono disposti a concedere. Con una variabile non calcolabile: l’opinione popolare. A oggi la macchina referendaria è in moto e, a meno di non fermarla e pur ammesso che si trovino i soldi per tenere il referendum (le casse della Provincia sono vuote e, visto che è retta dal centrosinistra, non pare esserci la spasmodica fretta di rimpinguare quel capitolo), è difficile prevedere l’esito che uscirà dalle urne, che potrebbe anche smentire i partiti.

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Se prosegui nella navigazione di questo sito acconsenti l'utilizzo dei cookie.