VERBANIA – 13.07.2018 – L’abbattimento non autorizzato
della pianta del vicino non fu un incidente. Con la condanna a quattro mesi (pena sospesa) e un risarcimento di 1.340 euro, il tribunale di Verbania ha riconosciuto l’imprenditore edile verbanese Luigi Castelliti responsabile di danneggiamento aggravato ai danni della società immobiliare Le Corti del costruttore Giovanni Lietta.
Il dissidio nasce nella prima collina intrese, in località “alle Vigne”, nella proprietà che i due impresari rilevano, ciascuno per la propria parte, dopo frazionamento e con lo scopo di realizzare palazzine e alloggi, dal precedente proprietario. Castelliti, che ha per sé la parte più a sud, quella che in via alla Bolla s’affaccia sull’ex ospedale, ottiene i permessi e avvia il cantiere. Il 26 febbraio 2016 il vicino Lietta chiama i vigili per segnalare che è stato abbattuto un esemplare storico di magnolia grandiflora alta 25 metri e alcune camelie centenarie situate sulla sua proprietà. Il sopralluogo conferma che la pianta ad alto fusto si trova a terra, sradicata con l’escavatore. Ad abbatterla è stato l’operaio di una ditta di Omegna incaricata da Castelliti di fare pulizia in vista di alcuni lavori.
Dalla denuncia parte un procedimento per danneggiamento aggravato discusso ieri al tribunale di Verbania. Secondo la difesa quell’esemplare, che si trovava sulla linea di confine, venne abbattuto per errore durante le operazioni con l’escavatore. Esemplare che una perizia prodotta successivamente allo sradicamento dal tecnico della Castelliti ha stimato in 2.680 euro. Ne valeva più di 20.000, ha ritenuto il consulente de Le Corti, che l’ha giudicata esemplare storico di valore paesaggistico.
Sul reato di danneggiamento il giudice Rosa Maria Fornelli ha ritenuto l’imputato colpevole, limitando però il risarcimento alla metà del valore della perizia del consulente dell’imputato. La difesa, sostenuta dagli avvocati Guido Pitzalis e Cecilia Rizzica, ha negato che la magnolia, trovandosi sul confine, fosse di proprietà de Le Corti e ha chiesto l’assoluzione per l’insussistenza dell’aggravante (cioè l’esposizione del bene alla pubblica fede) dal momento che il danneggiamento semplice è depenalizzato. Per la parte civile, secondo cui sussisteva anche il reato di furto, l’avvocato Gaetano Longo Dorni ha chiesto, per magnolia e camelie, un risarcimento di 30.000 euro.


