VERBANIA - 11-07-2018 - Si vedono poco
ma sanno farsi sentire bene e con ben poche altre specie viventi si contendono il primato di animali più odiati. Topi? Blatte? No, zanzare, e come ben sanno tutte le vittime dello stiletto maledetto, sono loro le vere nemiche delle sere d'estate. Ovunque vi troviate. E se è vero che rispetto alla vicina pianura novarese le sponde del lago appaiono in quanto a "invasione" un'isola felice, non crediate che nel Verbano non si debba fare i conti con le "vampire alate"; c'è chi dà loro una caccia senza quartiere "porta a porta, tombino per tombino" almeno per otto mesi l'anno in 14 comuni diversi. Una battaglia che va avanti da anni quella di Italo Bertocchi e dei suoi due collaboratori, responsabile tecnico scientifico del progetto di lotta integrata alle zanzare; il piano della Regione Piemonte coordinato da Ipla (Istituto per le Piante da legno e l'ambiente), che in accordo coi Comuni aderenti, si propone di combattere le fastidiose creature con l'obiettivo, non di distruggerle (impossibile ed ecologicamente non corretto), ma di contenerle. Una lotta che sarebbe più facile e sortirebbe migliori risultati se anche i privati collaborassero a tenere in ordine giardini e orti, ma di questo parleremo dopo.
Nei suoi anni passati a dare seguito al progetto (che è partito a Verbania nel 2003, nel 2004 con i trattamenti larvicidi) Bertocchi ha avuto modo di approfondire le abitudini delle zanzare che "frequentano" Verbania, le ore in cui preferiscono colpire e i loro luoghi d'elezione, come la palude di Fondotoce (neanche a dirlo) ma anche la piazza di Pallanza o l'Arena del Maggiore, che restano le zone più flagellate della città. E le sorprese non mancano, a partire dalle specie presenti sul territorio: "Ne ho contate 15 - dice Bertocchi - ma poi mi sono fermato, perchè quelle che riguardano il progetto sono 3 o 4, le più numerose, quelle che procurano i fastidi maggiori alle persone". Tra le zanzare c'è indubbiamente una star, la famigerata zanzara tigre della quale tutti parlano, come siamo messi nel Verbano? "La 'tigre' è arrivata in Italia - probabilmente a Genova - una ventina d'anni fa, nascosta nei copertoni delle automobili, e da allora non si è riusciti a contenerla, consola che sia un problema di tutti, non solo di Verbania. Per il monitoraggio le dedichiamo trappole apposite mentre il contenimento vero e proprio avviene adoperando un prodotto specifico che immettiamo nei tombini. La zanzara tigre è quella che ci punge anche di giorno e le larve le troviamo nei piccoli ristagni di acqua attorno alle nostre case. Vivono alcune settimane e non si spostano di molto da dove sono nate: quelle che ci danno fastidio probabilmente sono nate a casa nostra o dal vicino. Per questo è essenziale eliminare ogni ristagno di acqua dai giardini o dagli orti, dove ci sono sempre quei 'bei' bidoni colmi d'acqua stagnante. Sono animali resistentissimi e adattabili, la 'tigre' fino a qualche anno fa non la si trovava sopra i 600 metri, adesso cominciamo a monitorarla anche più in alto. Da qualche tempo poi, abbiamo cominciato ad assistere ad altri arrivi, come la zanzara coreana, che qui da noi viene dalla Svizzera, o la giapponese. Sono molto simili alla 'tigre' ma di una specie diversa, vuol dire che vanno ad occupare una nicchia ecologica ancora libera". E che fine hanno fatto le vecchie zanzare autoctone? "Non mancano certo, anche se qualche successo lo abbiamo raccolto, come l'eliminazione dalla palude di Fondotoce della 'Cules modestus', quella che tra maggio e giugno colpiva tutti coloro che transitavano sulla ciclabile. Adesso però ci pensa la 'Aedes vexans' a colpire, o la 'Culex pipiens', che è la zanzara per così dire tradizionale, quella che di notte ci ronza nelle orecchie. E poi c'è quella che chiamo la 'zanzara delle risaie', che arriva dal novarese intorno alle 21 e agisce più o meno sino alle 23, questo fino a metà agosto. E' una zanzara che in assenza di vento riesce a volare per 20 chilometri, se c'è vento invece si lascia trasportare, ma da noi non ne abbiamo mai trovato le larve, quindi non riusciamo a combatterle". Sono animali con abitudine diverse, dunque anche la lotta è diversificata? "Per la 'tigre' ho già detto, proviamo a combatterla direttamente; per le altre specie, invece, svolgiamo azioni preventive che consistono nel bonificare i luoghi dove vivono le larve adoperando un prodotto 'biologico' che non danneggi l'ambiente e non uccida gli altri insetti. Anche il monitoraggio avviene in maniera diversa, con trappole apposite. Ci serve per capire a che punto siamo". A che punto siamo? "Non ci libereremo mai dalle zanzare, se è questo che voleva sapere, ma qualche risultato lo stiamo ottenendo. Credo che tutti ricordino la caldissima estate del 2003 (il progetto prevedeva solo monitoraggi, era il primo anno ndr), con le persone che scappavano letteralmente dalle pizzerie o dai bar all'aperto perchè invase dalle zanzare. In quella estate a Verbania, con una sola trappola riuscimmo a catturare 3800 zanzare in una notte, un numero impressionante. Ma il record assoluto fu a Castelletto Ticino, con 6mila catture, sempre nell'arco di una notte e da una sola trappola. Se idealmente sostituiamo la trappola con una persona, ci rendiamo conto delle proporzioni". Si pensa alle zanzare anche come portatrici di malattie, cosa può dirci al riguardo? "Non è il mio campo, ma a Verbania esiste un monitoraggio ad hoc effettuato dall'ASL nei pressi dell'ospedale Castelli. Lì è stata collocata una trappola che viene monitorata da Torino per la ricerca di zanzare portatrici sane di patogeni, posso dire però che non è stata mai trovata una zanzara positiva". Questo ci rincuora, anche se non ci libera dalle punture: "Ecco, chiamiamole punture...perchè le zanzare non mordono, non possono mordere". Ma possiamo fare qualcosa per limitare i danni? "L'invito che rivolgo a tutti è di eliminare i ristagni d'acqua, mentre invece per chi ha nel proprio giardino o nel giardino condominiale la presenza di tombini farebbe bene ad intervenire con prodotti - in realtà si tratta di una semplice pastiglia - contro la 'tigre'. In questo modo anche il lavoro mio e dei miei collaboratori, Cristina e Andrea, sarebbe più efficace". A questo proposito la settimana scorsa è stato fatto il secondo passaggio di trattamento larvicida nei tombini di Suna, Pallanza, Intra, Trobaso, Renco, Sant'Anna; in settimana saranno completate le aree mancanti. Intoltre il Comune di Verbania ormai da diversi anni mette 11 trappole all'andidride carbonica che rimangono in posizione per circa 3 mesi: sono a Fondotoce, Suna, Pallanza, Intra e all'Arena.


