VERBANIA - 10.07.2018 - Ha 22 anni,
un bel viso predisposto al sorriso e lo sguardo lungo di chi sogna di "fare qualcosa che possa cambiare il mondo". Ma per il verbanese Davide Di Nubila i sogni non sono materia labile, sui sogni lui ci lavora e ci studia. "Perchè - dice - non è necessario essere dei geni per fare cose buone, serve la volontà". Volontà e gli strumenti, aggiungiamo noi, quella preparazione di alto livello cui non tutti riescono ad accedere, ma che apre mondi. Com'è capitato a Davide che solo venerdì sera ha fatto ritorno dall'Università di Cranfield (Regno Unito). Qui per una settimana, il giovane verbanese ha preso parte all'Airbus Airnovation Summer Academy, un campus promosso dalla multinazionale aerospaziale che ogni due anni raccoglie le proposte di giovani e brillanti menti offrendo loro gli strumenti per progettare soluzioni su temi importanti, anzi fondamentali. Tali sono i Sustainable Development Goals (SDGs) i 17 obiettivi approvati dalle Nazioni Unite per uno sviluppo sostenibile del pianeta. E così tra i 50 studenti in arrivo da 20 Paesi chiamati quest'anno a produrre progetti rivoluzionari legati al bisogno globale di sicurezza alimentare e idrica, c'era anche un entusiasta Di Nubila che premette :"Voglio parlare di questa esperienza per rivolgermi ai miei coetanei, spiegare che si può anche arrivare da una piccola città - io sono nato a Verbania, ho vissuto 16 anni a Stresa e poi sono tornato a Verbania - ma le opportunità per fare esperienze importanti ci sono comunque, vanno però cercate e bisogna crederci". Diciamo che certe occasioni non sono alla portata di tutti, tu come sei arrivato alla Summer Academy di Airbus? "E' stato grazie a un professore di Milano, che ha inviato a me come ad altri una mail con la quale comunicava il bando. In effetti in Italia, ma vale lo stesso in Europa, al contrario di quanto capita negli States non ci sono figure alle quali rivolgersi per stage o 'internship' al di là di quelli imposti. E così per fare esperienza, per fare curriculum le occasioni te le devi andare a cercare...".
Dopo la maturità conseguita al liceo Cavalieri, Di Nubila si è iscritto al Politecnico di Milano dove ha conseguito la laurea triennale in ingegneria, ha studiato un anno per la "magistrale" ed ora è a tutti gli effetti uno studente della svedese Kth (Istituto reale di tecnologia) per un master internazionale in "turbo macchine", più precisamente "Turbomachinery Aeromechanical University Training (Thrust)".
Ma torniamo all'esperienza appena conclusa, è stata una settimana molto densa? "Molto, abbiamo seguito molte conferenze ma ben poche delle quali dedicate alle tecnologie, abbiamo invece avuto la possibilità d'incontrarci con esperti per apprendere come gestire la propria start up, l'aspetto del business, il lavoro di squadra, le connessioni tra le persone o anche come parlare in pubblico per presentare i propri progetti. Cose importantissime anche se non direttamente legate alle nostre specializzazioni. Ognuno dei partecipanti - ciascuno con le sue competenze - è stato quindi assegnato ad una squadra per mettere assieme un progetto fattibile utilizzando le tecnologie di Airbus. Il mio team s'è dedicato ad un progetto di ricerca dell'acqua in una certa zona dell'India".
Una domanda che ti avranno fatto in tanti, che cosa c'entra la tua preparazione con la fame nel mondo e la scarsità idrica, che cosa c'entra un gigante dell'aereospazio come Airbus in tutto questo? "C'entra, eccome. Io stesso me lo chiedevo, poi sono stato illuminato. Non voglio entrare nel tecnico, per chi volesse approfondire posso indicare il sito che abbiamo realizzato per presentare il nostro progetto, lì è tutto abbastanza chiaro" C'è un sito dedicato, quindi è un progetto completo: "Se avessimo i soldi sarebbe pronto per essere messo in atto, magari in un'area limitata. La cosa più interessante è stato vedere come dal nulla si possa realizzare un progetto e renderlo praticabile. In questi giorni mi hanno insegnato modalità di approccio a diversi problemi, e sono cose che non ti insegnano all'Università".
Hai deciso allora cosa farai da grande? "Spero di riuscire a mettere in pratica la mia idea e costruire qualcosa di cui il mondo abbia bisogno. Ora più che mai so che si può cambiare il mondo partendo dalle tecnologie. Ed è un pensiero che voglio condividere coi miei coetanei, perchè in Italia non c'è tanta spinta imprenditoriale, e la voglia di andare in giro, senza essere geni ma con la voglia di fare, partendo dal niente e magari da piccole città...".


