
NOVARA – 08.07.2018 – Non c’è prova
che il decesso fu causa dell’incidente e, quindi, l’automobilista non è colpevole. S’è chiuso con un’assoluzione il processo che al tribunale di Novara ha visto imputato di omicidio colposo – la vittima era l’anziana mamma, Anna Maria Pirro – il parroco di Mergozzo don Adriano Miazza. Il Gup Raffaella Zappatini ha ritenuto che non sia stato provato il nesso di causalità tra l’incidente che coinvolse l’auto del religioso e la morte, avvenuta alcune ore dopo e sotto i ferri all’ospedale di Novara, dell’anziana 86enne.
Tutto accadde nel pomeriggio del 9 settembre 2015, sull’A26, all’altezza di Carpignano Sesia. Don Miazza stava rientrando nel Vco al volante della sua Renault Captur insieme alla madre, accomodata sul sedile a fianco. Un colpo di sonno e la disattenzione lo fecero sbandare. Il mezzo urtò il new jersey che separa i due sensi di marcia e, fuori controllo, s’arrestò tamponando il rimorchio di un autoarticolato che lo precedeva. L’impatto non fu fatale per nessuna delle tre persone coinvolte: il religioso e la mamma, ma anche il camionista, furono in grado di uscire da soli dai mezzi ed ebbero cura – i due uomini aiutando l’anziana – di tirarsi in disparte, a bordo strada, per evitare di finire investiti da chi sopraggiungeva. In quel frangente era in arrivo il Tir condotto dal 55enne astigiano Rosario Luongo, che impattò contro i veicoli incidentati. Il camion prese fuoco e l’autista morì nella cabina, arso dalle fiamme.
I soccorritori giunti sul posto presero in carico le persone coinvolte. La signora Pirro, ossolana originaria di Bannio Anzino, fu portata al Dea del “Maggiore” in ambulanza, stabilizzata e preparata per un intervento chirurgico al femore. Poche ore dopo il ricovero, morì per un arresto cardiaco. Secondo la Procura di Novara il decesso fu conseguenza dei traumi riportati nell’incidente. Ma per l’avvocato Clarissa Tacchini, legale del parroco, i motivi sono da ricercare nella somministrazione di alcuni farmaci propedeutici all’operazione chirurgica. Don Miazza, rinviato a giudizio per omicidio colposo, ha scelto il rito abbreviato, subordinato all’acquisizione della cartella clinica. Nonostante il pm ne avesse chiesto la condanna, il giudice ha ritenuto insufficienti gli elementi di prova, assolvendolo.


