VERBANIA – 05.07.2018 – Lunghe schermaglie
tra difesa e Procura e una serie di eccezioni sulle prove inserite nel fascicolo del pm hanno animato la prima udienza del processo per i registri falsificati al comune di Brovello Carpugnino. In aula, come imputati -a vario titolo- di diversi reati di falso, ci sono i vertici dell’ex Amministrazione comunale e un imprenditore. Gli imputati sono l’avvocato Cristina Bolongaro, sindaco sino al 2016 e rimasta in carica per alcuni mesi dopo aver ricevuto l’informazione di garanzia, il suo vice Giampiero Vecchi, l’allora assessore Simone Rossi e l’imprenditore Massimo Arisi. Quest’ultimo, compagno del sindaco, era stato ammesso all’istituto della “messa alla prova” (lavori di pubblica utilità per estinguere un reato) nell’ambito di un processo per bancarotta e, come da programma approvato dall’Uepe, doveva svolgere un certo numero di ore a servizio del comune di Brovello Carpugnino. In realtà – così sostiene la Procura – non solo non rispettava il programma ma, assente, veniva “coperto” dal sindaco (o dagli altri assessori) che ne attestava la presenza firmando per lui.
Dopo che, al termine dell’udienza preliminare, il gip ha accolto le richieste di rinvio a giudizio, i quattro imputati hanno scelto il rito ordinario e il dibattimento. Arisi è difeso dall’avvocato Andrea Alpicrovi di Savona, Bolongaro dagli avvocati Alberto Costa di Torino e Milena Poletti di Verbania, che assiste anche Rossi. Il legale di Vecchi è Alberto Zanetta del foro di Verbania. Il comune di Brovello Carpugnino s’è costituito parte civile con l’avvocato Claudio Bossi di Novara.
Nell’udienza odierna le difese hanno sollevato diverse eccezioni sulle prove, controbattute dal Procuratore capo Olimpia Bossi. Il giudice Annalisa Palomba ne ha accolto alcune, in particolare sull’acquisizione dei tabulati telefonici e delle videoregistrazioni ambientali, rinviando il processo per l’ammissione prove al 26 luglio, giorno in cui l’accusa riproporrà il materiale probatorio escluso oggi.
