VERBANIA – 03.07.2018 – Anche il capotreno
l’ha scagionato, dicendo di non averlo visto frugare tra i suoi effetti personali. È iniziata come un’intemperanza per la contestazione del mancato pagamento del biglietto ed è finita con un processo per tentato furto, dal quale è stato assolto, la disavventura di un giovane africano sul Domodossola-Milano. All’alba del 16 gennaio 2016 l’uomo si trovava sulla carrozza di testa del regionale 10405 diretto a Milano-Porta Garibaldi, in partenza dallo scalo ossolano alle 6,03. Era seduto non distante dal posto occupato dal capotreno, che aveva con sé il trolley di servizio contenente il tablet dell’azienda, alcuni moduli cartacei e qualche snack per il viaggio. Una volta in moto il convoglio, il capotreno, di ritorno da un’ispezione negli altri vagoni, iniziò a chiedere i titoli di viaggio ai passeggeri. Avvicinandosi all’africano vide che era nervoso e notò, da una distanza di qualche metro, che si muoveva con un fare che gli parve strano vicino al trolley. Alla richiesta di mostrare il biglietto fece storie e, in una lingua incomprensibile per il dipendente delle Ferrovie, reagì agitandosi. A Vogogna, la prima fermata, il capotreno provò a sbarcarlo ma questi resistette e, così, furono chiamate le forze dell’ordine. Al binario della stazione di Fondotoce, pochi minuti dopo, c’era ad attenderlo l’equipaggio di una pattuglia del Radiomobile dei carabinieri di Verbania, che lo prelevarono e l’identificarono. Uno dei due militari raccolse la testimonianza e, trascrivendo i fatti, annotò anche quello strano armeggiare vicino al trolley, giudicato dalla Procura come tentato furto. Processato al tribunale di Verbania, l’africano è stato assolto per non aver commesso il fatto proprio perché il capotreno, oggi in pensione, ha confermato in aula i fatti escludendo in maniera categorica d’averlo visto mettere le mani nel trolley.


