VERBANIA – 03.07.2018 – Venerdì non ci saranno,
assenti in polemica con Asl e Regione e decisi a salire sull’Aventino sin quando non avranno informazioni e la garanzia che l’iter dell’ospedale unico di Ornavasso collina resta sospeso in attesa di chiarimenti. A quattro giorni dalla riunione della rappresentanza dei sindaci dell’Asl Vco cui parteciperanno anche il vicepresidente della Regione Aldo Reschigna e l‘assessore alla Sanità Antonio Saitta, a smarcarsi sono Domodossola, Omegna, Cannobio e Borgomezzavalle. Porta la firma di Lucio Pizzi, Paolo Marchioni, Giandomenico Albertella e Alberto Preioni il comunicato stampa, una sorta di nota di belligeranza, che annuncia di “non partecipare ad alcuna riunione prima di aver ricevuto adeguate e dettagliate risposte e relazioni ai quesiti posti dai sindaci ed esserci confrontati, ribadendo nel frattempo l’invito ad Asl Vco, anche tramite Scr, a non assumere alcun atto amministrativo o impegni di spesa”. È la posizione del politicamente redivivo centrodestra all’operazione ospedale unico che la Regione porta avanti dal 2015, tema che divide e che anticipa la campagna elettorale delle Regionali 2019.
Sullo sfondo c’è il progetto di Ornavasso, il jolly con cui il centrosinistra tre anni fa disinnescò le polemiche sul diktat di Saitta, che nell’autunno 2014 intimò al territorio di scegliere entro due settimane quale Dea chiudere tra Domo e Verbania. Da allora il progetto è andato avanti a rilento, accelerando improvvisamente a cavallo tra il 2017 e il 2018 e giungendo a una fase molto delicata, quella della scelta tra i tre project financing presentati da altrettanti gruppi. È questo lo stato dell’arte. Venerdì, alla rappresentanza dei sindaci dell’Asl, il punto numero due all’ordine del giorno è “presentazione proposte progettuali realizzazione nuovo ospedale”. Un punto inaccettabile per i quattro sindaci, tra i quali figurano due dei cinque membri della rappresentanza, Preioni e Pizzi. La loro assenza venerdì non farebbe mancare il numero legale, garantito dal presidente Giovanni Morandi (Gravellona Toce), da Silvia Marchionini (Verbania) e da Giacomo Archetti (Vignone). Ma vanificherebbe il valore di un dibattito condiviso che, se si tenesse, godrebbe solo della posizione di una parte degli amministratori locali, peraltro politicamente contigui alla Regione.
Contro questa riunione i quattro dissidenti oppongono le promesse disattese a una quarantina di sindaci che in aprile chiesero all’Asl informazioni, dati e relazioni sulla riorganizzazione sanitaria: ospedale e medicina territoriale. In particolare dati tecnici sul sito di Ornavasso collina, ma anche garanzie sui servizi sanitari futuri a Domo, Verbani e Omegna, sul pronto soccorso del Coq, sulle case della salute. “A oggi non è pervenuta alcuna risposta né alcuna relazione – scrivono –, atti che riteniamo doverosi (…) nel rispetto delle comunità che rappresentiamo, se non il 31 maggio, ultimo giorno di attività del direttore generale Caruso, una stringata nota con cui lo stesso comunica che ‘la richiesta relativa alla non assunzione di atti amministrativi direttamente e/o indirettamente da Asl Vco tramite Scr non può essere esaudita. Gli impegni assunti vanno rispettati e condotti a termine. Gli enti e le istanze deputate alla programmazione sanitaria hanno dato gli indirizzi e a questi l’ASL Vco è tenuta a corrispondere’”. “È curioso che la direzione dell’Asl prima condivide sulla necessità di fornire ai sindaci quanto da loro ritenuto necessario ma poi, alla luce delle note pervenute, invece di accelerare la predisposizione delle relazioni e confrontarsi nel merito, si richiama all’ente preposto alla programmazione sanitaria, cioè la Regione, senza neppure considerare le legittime richieste avanzate da oltre la metà dei sindaci del Vco”.


