STRESA – 30.06.2018 – Le piccole e medie imprese

–600 quelle iscritte all’Api di Vco, Novara e Vercelli- non esportano, perciò fanno fatica a sopravvivere, però mantengono i loro stabilimenti in Italia, e questo fa sì che siano loro a rappresentare il vero tessuto economico del Paese. L’assemblea generale -parte pubblica- dell’Api, Associazione delle piccole e medie industrie delle Province di Vco, Novara e Vercelli, si è conclusa ieri all’hotel Regina Palace di Stresa. Hanno partecipato tanti ospiti, tra cui, l’onorevole Alberto Gusmeroli, l’eurodeputata Lara Comi, Gianmario Mandrini presidente Api, Silvia Polli e Laura Travaini presidente Gruppo giovani Api e presidente Gruppo Api Donna (nella foto), Maurizio Cesasco, presidente Confapi. Dopo i saluti, Mandrini ha illustrato le problematiche che investono le Pmi, piccole e medie imprese, ovvero ritardi di pagamenti, brevetto unitario europeo, concorrenza sleale, dazi, prodotti conformi alle direttive europee, e l'imperativo di far ripartire l’edilizia per il rilancio del Paese e tutela made in Italy. ”Come ogni anno portiamo avanti le nostre istanze – ha detto-. Le aziende che esportano sono quelle vincenti, ma non tutte possono permetterselo”. “Le Pmi non delocalizzano e, quindi, rappresentano il vero tessuto connettivo ed economico del Paese”, ha fatto eco Casasco. Per favorirle è necessario sburocratizzare e cogliere le opportunità. “A livello europeo – ha detto Comi - per la Pmi abbiamo semplificato molto le norme e continuiamo a dare finanziamenti”. Per quanto riguarda il futuro, Polli ha illustrato due proposta forti. La prima si chiama “Start-Api” ed è un pacchetto di servizi creato ad hoc per supportare e agevolare coloro che hanno da poco avviato una start-up. La seconda riguarda lo sport, “Pmi a scuola di impresa”: saranno organizzati incontri in cui si prenderà spunto dai grandi dello sport per imparare a fare squadra anche in altri settori, cercando così di tradurre le nozioni sportive in ambito territoriale.