VERBANIA – 28.06.2018 – Ordinava un frappé
da un euro e pagava con una banconota da 20 euro. Alla cassiera del McDonald’s di Verbania che quella notte di gennaio del 2017 per due volte nel giro di poco tempo lo servì, quel giovane molto alto e scuro di pelle, con un ciuffo di capelli “particolare”, parve un normale cliente, anche se la modalità di pagamento era fuori dall’ordinario. Non ci fece caso sul momento perché nell’orario in cui lo servì, tra le due e quattro, i clienti erano tanti e c’era da correre tra una postazione e l’altra. Chi scoprì che quelle due banconote erano false fu, attorno alle 4,30, il responsabile del fast food che, apprestandosi a chiudere, controllò i contanti in cassa, accorgendosi subito che quelle due banconote, con la banda olografica nera anziché argentata e con un disegno di filigrana molto elementare, erano contraffatte. Chiese al personale se avevano sospetti e ricevette in risposta l’indicazione di quel cliente nero e alto. Che, di lì a poco, tornò per l’ennesimo frappé da un euro, per pagare il quale estrasse da una busta bianca una banconota da 20 euro. L’addetto del negozio, ritenendo che anche questa fosse falsa, chiamò la polizia, che intervenne e l’identificò in Bilal Moumen, italiano d’origine marocchina residente a Omegna. Banca d’Italia accertò che tutti i tre 20 euro erano contraffatti (peraltro avevano il medesimo numero di serie) e così venne denunciato per spendita di monete falsificate, reato per il quale è stato processato oggi a Verbania e condannato alla pena -con il beneficio della sospensione- di un anno e 200 euro di multa dal giudice Donatella Banci Buonamici. Il pm Maria Traina aveva chiesto maggior severità: 2 anni e 500 euro di multa.


