
BERNA – 27.06.2018 – Lo spauracchio
alimentato nelle scorse settimane dalla Lega dei Ticinesi di bloccare i ristorni ai Comuni di frontiera (Vco compreso) è cessato oggi dopo che il Consiglio di stato del Cantone, ovvero il governo ticinese, ha di fatto bocciato la proposta. Un sospiro di sollievo, dunque, per gli enti locali al di qua del confine che con quei soldi, una porzione delle tasse che gli italiani impiegati in Ticino versano in Svizzera, sostengono i propri bilanci. L’idea –ora abortita- era quella di non versare i ristorni e utilizzarli per opere pubbliche quali, per restare al Vco, la manutenzione e la messa in sicurezza delle strade percorse dai frontalieri. I ristorni, peraltro, non sarebbero più previsti dal progetto di “nuovo accordo sui frontalieri” del 2015, mai ufficialmente approvato dai due governi, quello italiano e quello svizzero. Il nodo resta pertanto ancora da sciogliere, ma ciò che è certo è che il 30 giugno il Ticino verserà all’Italia i ristorni che da Roma in un secondo momento arriveranno ai nostri comuni di frontiera.
Sempre il Consiglio di Stato, allo scopo di prevenire e contrastare atti criminali e commercio di stupefacenti, ha deciso di rafforzare le misure di collaborazione con l’Italia, aumentando il numero delle guardie svizzere di confine e le installazioni di telecamere di sorveglianza.


