MONTEBELLUNA – 25.06.2018 – Vestiti a lutto,
in corteo, silenziosi ma non silenziati, hanno sfilato dietro a una bara di cartone nera, simbolo del (loro) risparmio defunto e della Costituzione ignorata. Erano in tanti, stamane a Montebelluna, i risparmiatori veneti “traditi” dal crac di Veneto Banca che, nel giorno dell’anniversario della messa in liquidazione coatta amministrativa dell’istituto trevigiano, hanno inscenato l’ennesima protesta. Una protesta contro chi ha condotto la banca al dissesto, ma soprattutto contro la politica che non ha fatto nulla e che ha lasciato dietro di sé al momento solo promesse da campagna elettorale. Hanno percorso a piedi il centro storico della città e si sono fermati per il sit-in conclusivo in piazza Dall’Armi, di fronte allo storico palazzo in cui nacque la Banca popolare di Montebelluna, defunta dodici mesi or sono dopo 140 anni di storia.
I presenti, chiamati a raccolta dal coordinamento “Don Torta Banche” e dall’associazione “Noi che credevamo nella BpVi” (la Banca popolare di Vicenza, anch’essa messa in liquidazione), hanno esposto cartelli e striscioni provocatori, alcuni riportanti frasi pesanti contro i poteri forti equiparati alla mafia, sfogando ancora una volta il profondo scoramento per aver visto andare i fumi i propri risparmi. In barba all’articolo 47 della Costituzione, quello secondo cui “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito”. Amen.


