
BELLINZONA – 16.06.2018 – L’etichetta era pregiata,
il vino comune. È con questo trucco, spacciando un prodotto ordinario come uno di nicchia e d’alto prezzo, che due cittadini svizzeri hanno frodato aziende e consumatori finendo in manette. I due sono un 59enne e un 63enne che, ingannando anche i palati degli intenditori (o presunti tali), attraverso alcune società sono riusciti a immettere sul mercato, sia in piccoli negozi, sia in grandi punti vendita e persino nelle enoteche più accreditate, prodotti pagati a poco prezzo e sui quali hanno lucrato in maniera rilevante. A scoprirli sono state le autorità cantonali ticinesi, che li hanno arrestati con le accuse di truffa, contraffazione di merci, falsità in documenti e ricettazione. L’inchiesta diretta dal procuratore pubblico Raffaella Rigamonti è ancora in corso e mira ad accertare, attraverso analisi e ulteriori approfondimenti, la reale provenienza dei vini.


