
VERBANIA – 15.06.2018 – Uno assolto, l’altro condannato
a una pena più severa di quella chiesta dall’accusa. Al termine di un processo lungo un anno e a quasi due anni dai fatti contestati, s’è chiuso oggi a Verbania -con la sentenza di primo grado- il procedimento penale a carico dei due cognati accusati di una lunga serie di truffe “a domicilio” ai danni di anziane. Giuseppe Icardi e Giuseppe De Lorier, torinesi, erano accusati d’essersi spacciati per finti addetti dell’acquedotto che, con la scusa dell’acqua inquinata dal mercurio, carpendo la buona fede delle vittime entravano in casa e si facevano consegnare denaro e gioielli che con destrezza trafugavano prima di andarsene.
Di colpi simili nell’estate del 2016 se n’erano verificati undici per un bottino di circa 100.000 euro. Dieci erano in provincia del Vco, uno nel Novarese, quasi tutti a cavallo del Mottarone, tra il Vergante e il Cusio occidentale. Pochi gli indizi raccolti nei vari “colpi”: le descrizioni fisiche degli uomini, un’auto sospetta, una Vespa di colore bianco e uno scooter scuro con le targhe falsificate come possibili mezzi di spostamento. Da queste informazioni e utilizzando anche le immagini delle videocamere di sorveglianza, i carabinieri del Nucleo investigativo di Verbania supportati dalla polizia locale del Vergante, arrivarono sulle tracce di De Lorier e Icardi. Il quadro indiziario raccolto convinse il gip del tribunale di Verbania a emettere due ordinanze di custodia cautelare in carcere. De Lorier venne arrestato, Icardi rimase latitante sin quando non si presentò spontaneamente nei giorni precedenti l’avvio del processo. Un processo che ha visto accusa e difesa battagliare soprattutto sull’identificazione dei due presunti ladri. Per il sostituto procuratore Sveva De Liguoro, a parte due episodi dei dieci contestati come capi di imputazione -per i quali ha ella stessa ammesso la mancanza di prove certe- non vi è dubbio che i due abbiano agito insieme, commettendo crimini odiosi, contro facili prede individuate in precedenza e non mostrando alcun pentimento.
Gli avvocati Davide Gatti e Ferruccio Rattazzi, legali degli imputati, hanno invece cercato di smontare una a una le accuse, insistendo sui mancati riconoscimenti delle vittime (alcune, data l’età e le condizioni di salute, sono state sottoposte a perizia medica per valutare se fossero in grado di testimoniare) e dei veicoli e su quella che l’avvocato Rattazzi ha definito una “ricostruzione accattivante”. Secondo la difesa l’indagine è nata sul “passaparola (…), frullando tutti gli elementi” per giungere appunto a una tesi accusatoria verosimile, ma che non sarebbe aderente ai fatti.
Il pm ha chiesto per entrambi la condanna. A Icardi ha contestato sette furti chiedendo quattro anni e 3.000 euro di multa. A De Lorier sei per una pena di tre anni e dieci mesi e 2.500 euro di multa. Il giudice Rosa Maria Fornelli ha assolto il primo con la formula dubitativa della mancanza di prove, ma ha condannato il secondo, per cinque soli furti, a quasi il doppio di quanto chiesto: sei anni, quattro mesi e mille euro di multa oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.


