VERBANIA – 18.05.2018 – Rammarichi, rivendicazioni
e accuse reciproche sono la coda del referendum sulla fusione Verbania-Cossogno. Il Comitato per il sì, che si scioglie all’esito delle urne, prende atto del deludente responso “che non lascia dubbi” ma esprime il doppio rammarico di Cossogno “che ha sottovalutato, a nostro modo di vedere, le opportunità di sviluppo che la fusione offriva”; e di Verbania “che non ha risposto alle aspettative anche se, chi si è recato alle urne, ha votato a favore al 90%”. Per i fiancheggiatori del sì s’è trattato di un “voto ‘contro’, non ‘per’”, incentrato sulla “paura del cambiamento”. In questo senso dure sono le critiche al fronte opposto. “Sbeffeggiare le persone è un atto di inciviltà che denota una immaturità democratica ed una ignoranza delle regole del vivere civile”, scrivono i referenti del comitato, che accusano di “sciacallaggio politico” il centrodestra che ha rivendicato come merito proprio l’astensione. “È partita la corsa ad intestarsi l'astensione come voto contrario alla fusione. Inaccettabile.
Inqualificabile anche lo ‘sciacallaggio’ cui sono sottoposti in queste ore i sindaci di Verbania e Cossogno su argomenti che nulla hanno a che fare con la proposta di fusione”.
Lo stesso parere viene dalla civica “Con Silvia per Verbania”, che vede in queste posizioni la “vergognosa strumentalizzazione politica unicamente condotta per contrastare l'azione amministrativa dei due sindaci in vista delle elezioni del prossimo anno”. Una frecciata anche a Giandomenico Albertella, candidato in pectore del centrodestra che ha annunciato la sua astensione “sottraendo di fatto al comune che avrebbe intenzione di governare la prossima legislatura importantissimi fondi (30 milioni di euro) da utilizzare per lo sviluppo della città e del territorio”.
Pur schierato per il sì, il M5S esprime posizione critiche, sia verso chi ha proposto il referendum, sia verso chi l’ha avversato. “A Cossogno ha vinto la gente, che con orgoglio è andata a votare, mentre a Verbania non ha vinto nessuno, ma è stato il fallimento (e la conferma) della politica imposta dall'alto di questa amministrazione”, scrivono i pentastellati. “Non cantino vittoria quelli del no rivendicando come loro i voti dell'astensione, voti di persone che ignoravano l'esistenza del referendum e manco sanno chi sono gli esponenti di destra della città. Faccia autocritica chi ha proposto il referendum calandolo dall'alto ma si eviti di esultare per meriti non propri su questo fallimento bipartisan che ha visto sperperare ben 20.000 euro”.


