VERBANIA – 18.05.2018 – I dissapori familiari
vengono da lontano e durano da parecchi anni, trascinati tra denunce e cause civili. Questioni di famiglia e di vicinato, dissidi per i confini delle proprietà comuni che nel settembre 2016 sconfinarono in un episodio manesco. Protagonista Italo Orsi, commercialista ossolano di ottant’anni che, nel diverbio avuto con il nipote (il figlio del fratello) mentre, in cortile, i geometri stavano prendendo le misure della casa, finì con l’allungargli uno schiaffone. Per quel ceffone Orsi è stato processato a Verbania e condannato in primo grado a un anno e mezzo, con il beneficio della sospensione della pena. Lesioni aggravate è il reato contestato perché la prognosi delle lesioni riportate dal nipote ha superato i 40 giorni. Proprio l’entità del danno è stato oggetto di confronto in aula tra le relazioni dei due periti medici scelti dalle parti. Per quello della parte civile, costituita con l’avvocato Massimiliano Testore, s’è verificato un indebolimento permanente dell’udito, contestato da quello della difesa, rappresentata dall’avvocato Alessandra Pretta. Il giudice Rosa Maria Fornelli, pur non riconoscendo quest’ultima aggravante, l’ha comunque condannato, anche a una pena superiore all’anno chiesto dal pm Anna Maria Rossi disponendo un risarcimento di 5.000 euro. A sua difesa Orsi, che non ha presenziato al processo e non ha testimoniato, ha presentato una memoria in cui sosteneva di aver aggredito il nipote dopo essere stato provocato e, per problemi fisici, di non avere la forza di assestare un colpo di tale gravità.


