VERBANIA – 14.05.2018 – Gli psicoterapeuti cercano i sensi di colpa
senza formulare giudizi e condanne severe. E tantomeno lo si può chiedere ad un personaggio locale, allo psicanalista e alpinista accademico del Cai Andrea Bocchiola di dare patenti negative a chi s’improvvisa alpinista o trascura le istruzioni delle guide. “Etica del rischio e dinamica di gruppo in montagna” è stato il tema di un incontro nella sede verbanese del Club alpino italiano di qualche sera fa. Bocchiola ha parlato di “montagnite”, perché la passione per la montagna può essere così forte da sentirla in un rapporto stretto, delle tecniche povere del passato, quando le corde erano di canapa e i primi moschettoni erano anelli di roccia; e la tecnica era tutta sulle spalle, nel saperci fare dell’alpinista. E di come sono cambiati i tempi. Oggi le previsioni meteo sono molto sofisticate; ci sono strumenti tecnici come i Gps. Eppure.
“Ci sono strumenti di garanzia, ma c’è sempre un grado di aleatorietà per quello che in montagna può succedere. Un dato di fondo, che solo uno psicanalista può ricordare, è che in una dinamica di gruppo in montagna c’è chi è pronto a corteggiare la morte”, ha detto. L’imprevedibile è sempre alle porte e nello spazio alpino ancora di più. Quanto è successo nei mesi invernali e nelle scorse settimane è davvero impressionante. Il tragico bilancio delle vittime nella traversata alpina nel Vallese, da Martigny a Zermatt, ma anche sulle vette italiane, da Susa all’Alto Adige, deve farci riflettere. Tormente e slavine sono sempre in agguato. Sciare sulle piste non autorizzate è segno di sconsideratezza. Perché i rischi li corrono non solo questi atleti improvvisati e sconsiderati ma li corrono anche i soccorritori. In elicottero e coi cani da soccorso. No, in montagna non si sale a corteggiare la morte, ma a conoscere meglio se stessi, a vivere meglio la dimensione del tempo e dello spazio. Sul suo profilo Bocchiola si presenta anche come autore con Alberto Paleari e Giovanni Pagnoncelli delle “più belle vie dell’Ossola oltre il V grado”. Nelle sue relazioni parla delle fenomenologia dell’alpinismo con qualche riflessione sull’arrampicata come questione musicale da vivere con il giusto tempo. Tema ancora da approfondire
F.R.


