VERBANIA – 12.05.2018 – L’oggetto è generico,
il mandato ampio, ma l’obiettivo comune dichiarato è uno: fare chiarezza. Chissà se la Commissione d’inchiesta alla quale l’altra sera ha dato il via libera una maggioranza trasversale ma non compatta del Consiglio comunale di Verbania riuscirà ad arrivare a una visione condivisa e obiettiva dell’opera pubblica più discussa (nel bene e nel male) che la città abbia mai avuto: il teatro “Maggiore” già Cem – Centro eventi multifunzionale.
Le premesse, al di là del voto dell’aula, non sono del tutto positive. Perché se è vero che l’istituzione, proposta dai gruppi di minoranza M5S, Sinistra&Ambiente, CittadiniConVoi, Nuovo Centrodestra e Immovilli-Chifu, è stata accolta da quasi tutto il Pd (contro ha votato Massimiliano Zappa) ma non dalla civica Con Silvia per Verbania (si sono chiamati fuori anche Fronte nazionale e Comunità.vb), è altrettanto vero che l’ideologia e le appartenenze politiche sono condizionanti. Per Michael Immovilli, membro della maggioranza di centrodestra che nel 2010 volle lo spostamento del progetto da piazza Fratelli Bandiera alla foce del San Bernardino, l’obiettivo è attaccare la giunta Marchionini subentrata nel 2014 e alla quale imputa carenze gestionali e responsabilità nella sicurezza del teatro. Anna Bozzuto del Pd, al contrario difende il suo partito e guarda con sguardo critico alle decisioni della giunta Zacchera. E Silvia Marchionini, che ha votato sì alla Commissione ma che non ha nascosto di ritenere prioritarie per i cittadini altre iniziative politiche, ripete il ritornello di sempre: io l’ho ereditata. In mezzo c’è anche la posizione del M5S, che ha le mani libere e da quattro anni attacca, sia a destra, sia a sinistra.
“Richiesta dell’istituzione di una commissione di inchiesta e di controllo su tutta la vicenda Cem per verificarne la regolarità di tutto il processo” è il titolo dell’argomento discusso, a lungo e anche con toni polemici su questioni burocratiche e al limite del cavilloso, l’altra sera a Palazzo Flaim. Incertezze sintattiche e grammaticali a parte, non aiuta a capire bene su che cosa si deve lavorare. Il progetto? Il finanziamento? L’esecuzione dei lavori? Il piano gestionale? Come se non bastasse l’ampiezza degli argomenti da trattare, c’è anche un limite oggettivo, quello della conoscenza. Per sviscerare otto anni di lettere, atti, documenti e certificati, oltre al tempo servono anche competenze e supporti tecnici, sempre che possano giungere a soluzioni inequivocabili.
Sul piano pratico la Commissione, seppur già nata, non è ancora operativa. Nella prossima riunione della conferenza dei capigruppo se ne discuteranno le modalità e il regolamento. Poi si tornerà in aula a giugno per votare il presidente e, solo allora, si potrà iniziare. Considerando che ormai la campagna elettorale per le Comunali del 2019 è lanciata, alto è il rischio che si possa cadere in una strumentalizzazione, dall'una e dall’altra parte.


