VERBANIA – 08.05.2018 – S’è spento a 86 anni
all’ospedale di Asiago, tra le montagne in cui aveva scelto di vivere e in quei luoghi di pace e lontani dal caos che ne hanno segnato l’esistenza di narratore e cantore della gente comune. Un’esistenza, quella del regista Ermanno Olmi, formata anche a Verbania e nelle valli ossolane che ben conosceva. Olmi è stato -e l’ha ricordato in più occasioni, anche quando è stato ospite del festival LetterAltura- un figlio della Edison, un bambino che le sue estati le ha trascorse anche a Suna, alla Colonia Motta che oggi è abbandonata e in disarmo ma che negli anni prima e dopo la seconda guerra mondiale ha visto passare intere generazioni di italiani.
La Edison-Volta, la società per la quale la mamma lavorava, aveva aperto sul Lago Maggiore uno dei suoi centri di vacanza. Ci andavano in tanti, da tutta Italia. Si divertivano, imparavano a stare insieme, conoscevano qualcosa di più del mondo che allora era molto più piccolo, in sturavano amicizie e si formavano, crescendo. Terminati gli studi il giovane Olmi, che aveva già mostrato una certa vena artistica, vide la sua carriera nascere alla Edison, che lo assunse affidandogli compiti di supporto alla sezione cinema, di cui divenne il responsabile. I suoi primi lavori sono video-documentari sulle colonie, sulla realizzazione delle dighe in Ossola, sui bambini calabresi sfollati a Suna dopo l’alluvione al loro paese.


