VERBANIA – 07.05.2018 – La pianta non fu abbattuta
volontariamente ma cadde per errore mentre l’operaio con l’escavatore cercava di estirparne gli infestanti. È questa, nella testimonianza dell’imprenditrice edile Ivana Castelliti, la versione dei fatti accaduti il 29 febbraio 2016 in località Le Vigne, tra Intra e Zoverallo, dove si trovava un esemplare ultradecennale di magnolia grandiflora alto circa 25 metri e del diametro di uno. Per quell’abbattimento, già sanzionato con una multa dai vigili, Luigi Castelliti è a processo al tribunale di Verbania per danneggiamento aggravato. A chiamare la polizia municipale quel giorno fu Giovanni Lietta, costruttore e proprietario del terreno confinante a quello in cui l’impresa Castelliti sta realizzando un complesso residenziale. Dal suo ufficio, situato poco lontano la proprietà, non vide più l’albero ad alto fusto che si trovava sul suo mappale e si recò sul posto vedendolo a terra, spostato rispetto alla sua posizione originale e già parzialmente tagliato. L’abbattimento e la rimozione furono eseguiti da un operaio della Cusiana Scavi, chiamata per lavori di preparazione del terreno in vista delle opere edili. Ivana Castelliti, figlia dell’imputato -colui che diede l’ordine di ripulire l’area- ha confermato la circostanza ma ha negato che l’abbattimento fosse voluto, spiegando che la pianta era malmessa, poco curata e aggrovigliata agli infestanti, tirando i quali s’è schiantata. Ha poi precisato che la magnolia non si trovava sulla proprietà Lietta ma proprio sulla linea di confine.
Il giudice Rosa Maria Fornelli ha poi ascoltato l’agronomo incaricato dai Castelliti, successivamente all’abbattimento, di valutare quell’esemplare. Per il perito Fabrizio Butté non si tratta di una pianta monumentale e, stando a quanto ha potuto vedere da alcune foto scattate nel 2011 e dall’aspetto che il tronco presentava qualche mese dopo l’abbattimento, l’esemplare era ammalato, tanto che è verosimile la versione per cui si sia schiantata non avendo egli trovato segni di sradicamento. Sul valore le sue conclusioni differiscono totalmente da quelle del perito di Lietta, costituito parte civile, che valuta la magnolia 22.000 euro contro i 2.700 di Buttè. Anche alla luce di questa discrepanza, cioè della difficoltà di stabilire un risarcimento in caso di condanna, e del fatto che è possibile concludere il processo con una remissione di querela, il giudice ha invitato le parti a trovare un accordo entro il 21 giugno, quando il processo si concluderà.


