VERBANIA – 27.04.2018 – Una banale lite
per un posteggio in un sabato pomeriggio di mercato a Intra è diventata un’aggressione punita con una pesante condanna. Tre anni e tre mesi è quanto il giudice Rosa Maria Fornelli ha stabilito per Fabio Giglio, verbanese appassionato di arti marziali che il 24 settembre del 2016 colpì al volto un artigiano, spaccandogli un incisivo e aprendogli ferite sul volto medicate con una ventina di punti di sutura. Il contatto tra i due nacque quando l’artigiano, che ha un negozio in via Rigola a Intra, ebbe da ridire per il parcheggio della sua moto e dell’auto di lui. Furono solo scambi verbali, ma quando passò alle vie di fatto, Giglio lo colpì con violenza, sopraffacendolo. Pochi colpi assestati in viso lo fecero cadere a terra, sanguinante. Le grida attirarono una coppia di negozianti vicini, che assistette alla zuffa e chiamò il numero d’emergenza. Insieme all’ambulanza del 118 arrivarono i carabinieri della stazione di Verbania e del Radiomobile, che raccolsero le prime testimonianze secondo le quali l’aggressore, che nel frattempo se n’era andato in auto, aveva in mano un tirapugni o un oggetto contundente. Dall’auto e dall’aspetto fisico – il cranio rasato con tatuaggi tribali in vista – misero i militari sulle tracce di Giglio (che ha precedenti penali), il quale fu rintracciato ma non trovato in possesso di alcun tirapugni.
Denunciato per lesioni volontarie aggravate, è finito a processo al tribunale di Verbania. Il suo avvocato, Marco Gagliardini, l’ha difeso sostenendo che si fosse trattato di pochi pugni e di una rissa tra due persone, ma non di un’aggressione a senso unico. Nel chiedere tre anni di condanna, il pm Maria Traina ha invece rimarcato l’eccessiva violenza, i futili motivi e ha chiesto come aggravanti l’entità dei traumi, il possesso del tirapugni e l’indebolimento permanente dell’udito e della masticazione. Il giudice non ha riconosciuto le ultimi due, propendendo per tre anni e tre mesi e assegnando all’aggredito, costituito parte civile con l’avvocato Giuseppe Russo e presente in aula con l’avvocato Cristina Parisi, la somma richiesta come provvisionale: 10.000 euro.


