VERBANIA – 12.04.2018 – Quell’autotrasportatore è un debitore seriale:
ci deve più di 400.000 euro. È anche uno sfogo quello che il responsabile del contenzioso del primo tronco autostradale di Autostrade per l’Italia ha rivolto oggi al Tribunale di Verbania. La società è costituita parte civile nel procedimento per insolvenza fraudolenta in cui è imputato Marco Stucchi, imprenditore della provincia di Bergamo, titolare nel 2013 di due aziende specializzate nel trasporto di animali vivi e di merce da cella frigorifera. A una di esse, quella che ne porta il nome, è intestato l’autocarro Mercedes che tra l’8 marzo 2013 e il 22 aprile 2014 ha “bucato” per 410 volte i caselli autostradali del nord-ovest, non pagando 2.681,17 euro di pedaggio. Per 350 volte è passato nella corsia Viacard, per 35 s’è accodato ad altri mezzi in transito con il Telepass finendo fotografato, in 8 occasioni ha imboccato lo spazio carte/contanti e in 17 s’è rivolto al casellante. Quasi sempre l’autista ha ritirato la ricevuta di omesso pagamento che poi ha portato all’azienda.
Più che i singoli episodi, che ricadono sotto la competenza del tribunale di Verbania poiché il capolinea dell’A26 è ad Arona, Autostrade – che ha in corso altri procedimenti, anche civili – contesta l’abitudine a non pagare e l’entità del debito. Il dirigente della società l’ha detto chiaramente al giudice Rosa Maria Fornelli, raccontando che la cinquantina di veicoli delle due imprese nel 2013 avevano accumulato debiti per 130.000 euro, ora saliti a 400.000, per i quali, nonostante tre tentativi di un accordo stragiudiziale, non è mai stato pagato nulla, se non quanto necessario per evitare alcuni procedimenti penali.
Questa strada, quella del pagamento della cifra contestata per estinguere il reato di appropriazione indebita, è quella annunciata nel procedimento odierno dall’avvocato Paolo Maestroni di Bergamo, difensore di Stucchi. Una cifra che sarà rivista al ribasso dei 2.681,17 euro, sino a 192,91, vale a dire il “conto” dei pedaggi non pagati da quell’autocarro solo a partire dal 2 ottobre 2014, cioè nei 90 giorni (il periodo previsto per denunciare i reati perseguibili a querela) antecedenti la data in cui la segnalazione raggiunse l’autorità giudiziaria: il 2 gennaio 2015. La difesa ha anche contestato le affermazioni di Autostrade, negando che il debito ammonti a 400.000 euro, spiegando che una delle aziende è fallita, che l’impresa Stucchi ha attraversato periodi di forte difficoltà economica e che è aperto un contenzioso anche con il consorzio tramite il quale si serviva dei contratti Telepass.
Il pm Anna Maria Rossi ha chiesto che nella prossima udienza, fissata dal giudice Fornelli l’8 giugno, sia citato nuovamente l’autista di quel camion -oggi assente- l’uomo che fu fermato al volante dalla Polstrada di Romagnano il 5 novembre 2014 a Castelletto Ticino in un cosiddetto controllo Tur, cioè l’accertamento del transito di veicoli morosi concordato tra Autostrade e polizia.


