VERBANIA – 12.04.2018 – Una grande e antica magnolia
e alcune camelie sradicate con la ruspa senza permesso e autorizzazione. Da decenni, sul declivio che dall’ospedale vecchio di Intra sale verso Zoverallo, questo gruppo di essenze arricchiva una proprietà immobiliare frazionata e venduta in epoca recente a due imprese di costruzioni locali. Le piante si trovavano nel lotto acquistato da Le Corti, immobiliare che fa capo al costruttore Giovanni Lietta, situato più in alto di quello confinante, rilevato dall’impresa di Luigi Castelliti. L’uso di un tempo verbale al passato è dovuto a quanto accadde il 29 febbraio del 2016. Dagli uffici della Lietta, in località Le Vigne, le impiegate notarono che la grande magnolia – 25-30 metri di altezza, 1,5 di diametro – che spiccava sull’intero paesaggio non c’era più. Avvisarono il titolare, che andò sul posto per verificare. La pianta si trovava, coricata sul terreno, qualche metro più in là, al confine con la proprietà Castelliti. Al suo posto c’era un buco. Chiedendo spiegazioni apprese che era stata sradicata con un escavatore. Contattò la polizia municipale, che mandò una vigilessa. Intervennero anche Luigi Castelliti e la figlia Ivana; e l’agente concluse il sopralluogo rilevando che l’abbattimento della pianta era avvenuto senza autorizzazione, tanto che multò l’impresa Castelliti, che poi ha pagato la relativa sanzione.
Per quell’abbattimento Luigi Castelliti, difeso dall’avvocato Guido Pitzalis, è a processo per danneggiamento aggravato. Nella prima udienza, tenutasi ieri, ha testimoniato Lietta (costituito parte civile con l’avvocato Gaetano Longo Dorni), raccontando di essere proprietario del fondo – e delle piante di pregio – dal 2005 e chiarendo i dettagli di quel 29 febbraio. Due testimoni hanno confermato l’esistenza di quegli esemplari in buono stato di conservazione. L’agronomo Bartolomeo Zani, relativamente alla sola magnolia, basandosi sugli atti del collega incaricato da Castelliti (quando fu chiamato l’esemplare non c’era più) ne ha stimato un rilevante valore patrimoniale. Bilanciando i difetti riscontrati a radici e corteccia con le qualità di un esemplare che aveva almeno settant’anni ed è di grande pregio botanico-paesaggistico, l’ha valutata 22.000 euro.
Se l’abbattimento è stato confermato dall’imprenditore cusiano Gianni Scaramozza, che l’aveva eseguito su mandato dell’impresa Castelliti con un escavatore manovrato da un proprio operatore, non sono state del tutto chiarite le motivazioni di quel taglio non autorizzato. Queste circostanze saranno approfondite il 4 maggio, nell’udienza in cui sono convocati i testi della difesa e in cui si prevedono discussione e sentenza.


