VERBANIA – 11.04.2018 – Un putiferio per un parcheggio.

La presenza di una pattuglia dei vigili urbani attorno alla sua auto, posteggiata in divieto su uno stallo si carico/scarico, ha innescato la protesta di un ossolano che, per contestare una multa, ha reagito finendo col commettere una serie di reati per cui è finito a processo e condannato. Resistenza e minaccia a pubblico ufficiale sono le accuse per cui il tribunale di Verbania ha condannato a 5 mesi – con sospensione della pena e non menzione – Matteo Federico, 35enne allora residente a Domodossola. E Domodossola fu il teatro di quell’eccesso verbale. Il 13 giugno del 2014 era un venerdì. Quel giorno una pattuglia della polizia municipale giunse in via Rosmini, una zona del centro che il comando s’era raccomandato di tenere sotto controllo – e difatti dal 2014 a oggi ci sono stati una cinquantina di verbali su quello specifico stallo – proprio per evitare la sosta selvaggia. L’auto si fermò, i due agenti si guardarono attorno e, non vedendo il proprietario del veicolo, s’apprestarono a elevare il verbale. Fu a quel punto che dal bar dall’altra parte della strada uscì Federico, che si qualificò come l’automobilista in divieto di sosta. Il suo atteggiamento fu ostile fin dal principio. Contestò ai vigili che avevano parcheggiato fuori dagli spazi, li fotografò col telefonino e iniziò a minacciarli e insultarli, concludendo con l’invito a fare pure il verbale ma garantendo che non avrebbe rimosso il veicolo. In realtà lo fece perché gli fu rappresentato che da lì a poco altrimenti sarebbe arrivato il carro attrezzi.

Da una multa da 28 euro Romeo s’è trovato denunciato per resistenza e oltraggio, reati per cui il pm Chiara Radica ha chiesto per lui una condanna di 4 mesi. Il difensore dell’imputato, avvocato Vincenza Fiumanò, ha chiesto l’assoluzione per entrambi i capi d’imputazione. Il giudice ha derubricato l’oltraggio in violenza o minaccia a pubblico ufficiale e ha stabilito una pena di 5 mesi con i benefici di legge.