VERBANIA – 05.04.2018 – Al telefono s’era presentato
come un ristoratore di Arona che voleva acquistare salumi e formaggi da una latteria in provincia di Varese per la propria attività. L’ordine era stato perfezionato e la spedizione della merce effettuata regolarmente, anche se a un indirizzo diverso da quello dell’attività. Il pagamento era avvenuto con due assegni da 165,43 e 786,10 euro, 951,53 in totale. Assegni che, messi all’incasso, furono annullati perché risultava che ne fosse stato denunciato lo smarrimento a Riccione poche settimane prima.
È iniziata così, nel maggio 2014, l’indagine che ha portato alla condanna dell’invoriese d’origine siciliana Alfonso Iacono, che il tribunale di Verbania ha ritenuto colpevole di truffa aggravata, sostituzione di persona e ricettazione. il giudice Donatella Banci Buonamici l’ha condannato a un anno, due mesi e 500 euro di multa, la stessa pena chiesta dal pm Anna Maria Rossi. Assolta invece la moglie, che era imputata solo di truffa e ricettazione e per la quale l’accusa aveva avanzato una richiesta di pena di 9 mesi e 300 euro di multa.
Secondo il pm Rossi era chiaro l’intento truffaldino della coppia nell’ordinare la merce e farla portare al proprio domicilio pagandola con assegni trafugati (provenienti della Banca popolare Valconca, istituto romagnolo). Non ha nemmeno convinto la Procura la linea difensiva degli imputati, secondo i quali avevano compiuto questa operazione come favore in nome di un conoscente, tale Michael Franceschetto, di cui non hanno però saputo fornire né un numero di telefono, né un indirizzo. Franceschetto non è un fantasma – ha replicato per la difesa Iacono l’avvocato Silvana Albertalli, che ha chiesto l’assoluzione. La moglie dell’imputato era difesa dall’avvocato Andrea Autelitano, sostituito dalla collega Elena Alberico.


