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BELLINZONA – 29.03.2018 – Meno prostitute, più italiane.

È (quasi tutto) alla luce del sole il mondo del sesso a pagamento oltre confine. In Italia la legge Merlin che chiuse le case di tolleranza, quest’anno ha compiuto sessant’anni, ma in Svizzera la prostituzione è legale e non sono pochi gli italiani che ricorrono a questo mercato. Esercitare il mestiere più antico del mondo significa svolgere una professione che va denunciata, autorizzata e sottoposta a tassazione. E che può essere censita. L’ha fatto nei giorni scorsi la polizia cantonale ticinese, che ha comunicato ufficialmente i “numeri” del fenomeno. Le prostitute in regola in Ticino a fine 2017 sono 281, 19 in meno (il 6,6%) delle 300 del 2016. Si dividono tra 97 appartamenti messi loro a disposizione a questo scopo (92 nel 2016) e sono per la maggior parte di passaporto romeno. Dalla Romania ne proviene il 61%, un numero lievemente in calo rispetto all’anno precedente. È invece in crescita la presenza di donne italiane, che sono il 27% – la seconda nazionalità per concentrazione – e che dodici mesi orsono pesavano per il 20%.Più che dimezzata invece la presenza spagnola, passata dal 9 al 4%.

Al censimento delle prostitute in regola s’aggiunge quello dei locali notturni, che sono 15 nel Cantone e nei saloni per massaggi erotici, censiti in 10. In queste strutture lavorano un centinaio di donne, perlopiù provenienti dall’est Europa.

La polizia cantonale tiene sotto controllo la prostituzione illegale. L’anno scorso sono state effettuati numerosi controlli, che hanno riguardato 224 donne, di cui 20 denunciate (18 concentrate in due locali pubblici).

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