
LUGANO – 26.03.2018 – Un posto di lavoro oltreconfine,
un remunerato impiego da frontaliere con un “obolo” da pagare. Una non precisata “tassa di rimpatrio” e 45 euro di “assistenza giuridica” sono le finte proposte che, ormai da parecchio tempo, costituiscono la cosiddetta truffa del frontaliere, una piaga di cui venerdì sera s’è occupata la trasmissione televisiva “Striscia la notizia”. Capitan Ventosa, l’inviato del tg satirico, s’è recato a Lugano, nella sede della locale Camera di commercio, per farsi raccontare il meccanismo delle finte e-mail dell’ente camerale con cui vengono attirati gli ignari aspiranti lavoratori frontalieri. Le autorità elvetiche segnalano qualche centinaio di casi al mese, restando solo al numero di coloro che telefona chiedendo informazioni o denunciando il fatto. Di denunce, al di qua e al di là della Dogana, la Camera di commercio ne ha presentate parecchie, ma le indagini sono ostiche perché – così è stato appurato – le finte e-mail delle offerte di lavoro vengono spedite da pc e server sparsi in Europa, difficilmente rintracciabili se non (forse) con lunghe e laboriose rogatorie internazionali.


