VERBANIA – 15.03.2018 – Un risultato sopra la media
pur all’interno di una debacle, un bagno d’umiltà con un “giro di giostra” all’opposizione ma anche la convinzione delle proprie idee e posizioni. È questa l’analisi del voto alle Politiche del 4 marzo che è uscita dall’assemblea provinciale del Pd tenutasi l’altra sera a Pieve Vergonte. Sul fatto che il 18,72% nazionale sia una disfatta non ci sono stati dubbi, così come i democratici locali hanno preso atto che l’elettorato storico della sinistra “oggi non si sente più rappresentato dal Pd: i collegi uninominali vinti da noi si trovano nei quartieri centrali e più prosperi delle città italiane e non nelle periferie urbane; questo è stato riscontrabile anche Verbano Cusio Ossola – scrive il segretario provinciale Giuseppe Grieco in una nota stampa –. Sorprende il 15,3% tra gli under 34 e il 27,3% tra gli over 65. Analogamente fa riflettere il 22,5 % tra imprenditori e dirigenti, il 27,6% tra pensionati e percentuali oscillanti tra il 10 e 11% tra operai e disoccupati”.
Le dolenti note sono state parzialmente mitigate “dalla rielezione di Enrico Borghi in Parlamento e dall’impegno di tutti i militanti e della nostra candidata all’uninominale Vittoria Albertini” e dal fatto che nel Vco il Pd abbia ottenuto il miglior risultato delle province piemontesi (tranne Torino). Riconoscendo che “le vicende riguardanti le candidature lasciano ovunque degli strascichi” e allineandosi alla posizione nazionale del “non al governo in questa legislatura”, il partito conferma ugualmente la propria linea progressista. “I populisti si sono inseriti in questo sentiero di paura in modo scientifico. Il Pd ha una cultura certamente europeista, il 4 marzo abbiamo capito con chiarezza che la maggioranza dell’elettorato italiano, anche i cittadini che a lungo abbiamo rappresentato, in nome della sicurezza e di presunti interessi nazionali ritengono più accattivante la suggestione sovranista – dichiara Grieco –. Seguire l’onda può essere facile ma poco credibile, cercare di convincere della bontà della scelta europeista è più difficile ma certamente più utile a noi e all’Italia. Su molti temi il Pd avrà necessità di confrontarsi e lo farà rimanendo unito e sentendosi una comunità, anche in vista delle prossime elezioni amministrative, in occasione delle quali il ruolo dei militanti ed amministratori locali potrà essere più incisivo”.


