VERBANIA – 10.03.2018 – È manovrando una barella elettrica
nel trasporto di una paziente - che dovette reggere di peso - dalla sede di Piancavallo a Villa Caramora che un infermiere dell’Istituto Auxologico italiano disse d’essersi fatto male. Aveva dolori al braccio e alla spalla, si fece visitare e aprì una pratica di infortunio all’Inail, dalla quale è nato addirittura un procedimento penale in cui sono stati chiamati a rispondere delle violazioni delle norme sulla sicurezza negli ambienti di lavoro il presidente del Cda Michele Colasanto e il direttore generale Mario Colombo. Entrambi difesi dall’avvocato Mario Zanchetti di Milano sono stati assolti con formula piena, su richiesta dello stesso pubblico ministero Anna Maria Rossi. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale sono emerse diverse incongruenze sulla ricostruzione del sinistro. L’infermiere, che non s’è costituito parte civile, ha parlato di una lesione a un braccio mostrando poi l’altro. Gli altri operatori presenti hanno invece smentito che fosse da solo ad armeggiare attorno alla barella perché erano presenti le tre persone previste dal protocollo di intervento e dal documento di valutazione del rischio. L’accusa ha riconosciuto che l’infermiere, esperto e con undici anni di lavoro nell’istituto alle spalle, era stato adeguatamente formato. L’avvocato Zanchetti ha parlato di una certa sciatteria dei medici dell’Inail e sottolineando come il presidente del cda non sia in alcun modo imputabile perché privo di deleghe, chiedendo l’assoluzione piena perché il fatto non sussiste, come ha stabilito il giudice Rosa Maria Fornelli.


