VERBANIA – 08.03.2018 – Quasi tre anni
e due cause (una ancora da definire) per avere un passo carraio per la propria abitazione. Mancano solo i titoli di coda, cioè l’eventuale risarcimento di Anas, per completare il film che l’ente pubblico stradale ha girato tra il 2015 a oggi a Fondotoce. All’inizio di quell’anno una signora che da sempre abita a lato della statale 34, sul lato Toce del rettilineo che porta a Grancasa, nel definire il progetto di ampliamento della propria abitazione aveva deciso di regolarizzare il passo carraio che, nella sua disponibilità da sempre, non risultava negli atti. Avviò così con un tecnico una pratica che, per lei, s’è trasformata in un’odissea burocratica costata svariate migliaia di euro. Il 13 aprile 2015 Anas, ritenendo che entro le distanze prescritte dal Codice della strada per le zone al di fuori dei centri urbani, ci fossero sufficienti accessi carrai, glielo negò. A nulla valse la circostanza che, tra tutte le costruzioni della zona, quella era una tra le più vecchie. La signora dovette così ricorrere alla giustizia amministrativa, affidandosi a un avvocato (con relativi corsi) e citando Anas di fronte al Tar Piemonte. Il 9 giugno del 2016, cioè a oltre un anno di distanza, i giudici di Torino le diedero ragione intimando all’ente stradale di reistruire la pratica e di concluderla entro 30 giorni con un provvedimento (positivo o negativo che fosse) motivato. Anas non prese alla lettera la raccomandazione e solo nel novembre 2016 – sei mesi dopo – le comunicò che la procedura s’era riaperta. Ma s’era anche complicata perché ci furono discussioni sui progetti, sulla foggia del cancello che pareva togliere la visuale dei mezzi in transito, e anche sulla quantificazione economica del canone, calcolato esclusivamente per un’utenza commerciale. Da qui ecco una nuova causa al Tar per sollecitare il rispetto della sentenza originaria ma anche per ottenere il risarcimento dei danni. I giudici amministrativi sono tornati a riunirsi nei giorni scorsi e, preso atto che nel frattempo – forse anche perché “pressata” – Anas ha risolto la pratica rilasciando il passo carraio, hanno dichiarato improcedibile il giudizio per la parte di contenzioso superata dai fatti, ma rinviando ad altra data (da definire) l’udienza per decidere sul risarcimento, non senza, dato un “oggettivo e ingiustificato ritardo di Anas”, mettere a carico dell’ente stradale 3.500 euro di spee di giudizio.


