BELLINZONA – 21.02.2018 – “Prima i nostri”
resta solo sulla carta. A quasi un anno dal referendum sull’introduzione di norme specifiche per tutelare la manodopera svizzera a discapito dei lavoratori italiani d’oltreconfine, il parlamento ticinese ha imposto un primo stop alla tutela autoctona. Oggi il Gran Consiglio s’è riunito per votare la legge d’applicazione di “Prima i nostri” che, nella versione dei partiti Udc e LaDestra, prevedeva che ogni assunzione di un dipendente non svizzero si potesse fare solo se non era stato possibile, per quel posto, assumere un residente nel Cantone o nella Confederazione. La proposta è stata respinta con 44 voti contro 32 (due le astensioni) da chi ha ritenuto che fosse in contrasto con le leggi federali che, in tema di immigrazione e di rilascio di permessi di lavoro, non concedono alcun potere decisionale ai singoli Cantoni.


