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ROMA – 08.02.2018 – Colpevole. La Corte di Cassazione

l’altro ieri ha scritto la parola fine alla vicenda processuale che ha coinvolto l’architetto Attilio Mileto, responsabile dell’Ufficio tecnico del comune di Ghiffa. Il professionista verbanese è stato condannato in via definitiva a un anno e sei mesi (con i benefici di legge) per i reati di induzione a dare o promettere utilità e di omessa denuncia. Gli Ermellini hanno dichiarato inammissibile il ricorso che aveva presentato contro la sentenza dell’aprile scorso della Corte d’Appello di Torino, che a sua volta aveva modificato l’esito del giudizio di primo grado e la condanna a due anni e mezzo decisa dal collegio del tribunale di Verbania nel 2016.

Per la giustizia il professionista è responsabile di essere intervenuto, nella sua qualità di funzionario pubblico, in una pratica edilizia altrui per interessi personali. È la vicenda relativa alle sorelle Elisabetta e Valeria Conca, proprietarie di un edificio e di un terreno confinanti con la casa – la cosiddetta “villa dell’orologiaio” – che la moglie di Mileto aveva acquistato e della quale lui aveva l’usufrutto. I Mileto chiedevano alle vicine la concessione di un diritto di passaggio per creare un più agevole collegamento stradale alla villa. Di fronte al diniego, il tecnico comunale intervenne proponendo una sorta di “do ut des”, cioè dicendo che avrebbe taciuto su un vecchio abuso edilizio della proprietà Conca (da qui l’omessa denuncia) in cambio di quel favore.

Le due sorelle presentarono denuncia e la sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri di Verbania indagò scoprendo, tra i file informatici dell’architetto, la registrazione di un colloquio in cui lo stesso paventava questo accordo al legale delle vicine. Finirono così rinviati a giudizio lui – oltre ai due reati gli fu contestato l’abuso d’ufficio e il falso ideologico – e la moglie (per falso ideologico). Quest’ultima venne assolta. Il Tribunale condannò il professionista in primo grado, per due dei quattro capi d’imputazione, a due anni, sei mesi e 300 euro di multa (il Pm Gianluca Periani aveva chiesto 7 anni e 3 mesi), oltre al risarcimento alle parti civili costituite: le sorelle Conca e il Comune di Ghiffa, beneficiari di 10.000 euro a testa.

In Appello l’impianto accusatorio fu confermato ma le pene vennero ridimensionate. Ora la Cassazione, respingendo il ricorso, ha reso definitiva la condanna, stabilendo anche un’ammenda di 2.000 euro e il pagamento alle Conca di ulteriori 4.000 euro di spese legali.

Da due anni Mileto è sospeso dal giudizio. Alla luce della sentenza il comune di Ghiffa dovrà valutare eventuali sanzioni disciplinari.

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