VERBANIA – 31.01.2018 – Una sentenza di condanna
a Verbania e un altro processo alle porte a Monza. Il mancato pagamento dei pedaggi autostradali in mezzo nord Italia è ciò che ha messo nei guai con la giustizia il rumeno Paul Daniel Sandu. Intestatario del contratto di assicurazione di una Fiat Stilo di proprietà di un connazionale residente a Genova, è ritenuto colui che deve alla società Autostrade per l’Italia circa 3.000 euro, frutto di quasi una sessantina di passaggi “impropri” ai caselli, effettuati perlopiù con la tecnica dell’accodamento, cioè mettendosi nella scia di altri veicoli indirizzati nella pista telepass, dove la sbarra si alza all’avvicinarsi del radiosegnale e s’abbassa solo dopo qualche secondo, concedendo appunto il tempo di “intrufolarsi” con una manovra comunque pericolosa.
Per 35 di questi transiti registrati tra il 18 luglio 2013 e il 25 marzo 2014 (l’importo: 1.452,39 euro), nel maggio di tre anni fa la società, che ha più vole sollecitato il pagamento, sporse denuncia. La Procura di Verbania – competente perché nel suo territorio ricade la Barriera del Lago Maggiore dell’A26, uno degli estremi della rete autostradale lombardo-ligure-piemontese – ha rinviato a giudizio Sandu, che le indagini condotte dalla Polstrada di Genova hanno identificato, anche attraverso controlli stradali sul territorio in cui è incappato nei luoghi e nei giorni degli accodamenti, in colui che guidava la Stilo. Processato per insolvenza fraudolenta e difeso d’ufficio dall’avvocato Maria Grazia Daverio, è stato condannato dal giudice Rosa Maria Fornelli a 10 mesi e 500 euro di multa (per l’accusa il pm Anna Maria Rossi aveva chiesto 9 mesi) ma solamente per una tranche di pedaggi non pagati, quelli successivi al febbraio 2014 – per gli altri il magistrato ha dichiarato il non doversi a procedere non riconoscendo la continuazione del reato – disponendo un risarcimento alle Autostrade, costituite parte civile, di 682,35 euro più le spese legali.
Il 7 febbraio a Monza lo stesso Sandu subirà un altro processo per analoghi episodi ma avvenuti nella parte orientale della Lombardia.


